mercoledì 3 dicembre 2008

Quanto tempo!!

Finalmente sono ritornato. Dopo un periodo lunghissimo durante il quale non ho potuto scrivere sul blog (ma non è mancato l'appoggio alla Signora sia chiaro!), rieccomi di nuovo qui. E' passato quasi un mese eppure sembra passata un'eternità dall'ultima volta: era la partita di andata con il Real, era una Juventus ancora in cerca di conferme, una Juventus a pezzi che stava cercando di risalire la china. Di avvenimenti ne sono successi tanti, tralasciando la parentesi di San Siro si può dire che quella luce che sembrava lontana lontana adesso comincia ad essere sempre più grande. Magari non arriveremo mai a toccarla, magari la sfioreremo soltanto, magari ce la porteremo a casa. Magari....

martedì 28 ottobre 2008

Il caso Gilardino ormai ha aperto una voragine. La domanda che mi sono posto non riguarda tanto la squalifica in sè che ritengo sia sacrosanta quanto piuttosto il metro di giudizio alquanto fantasioso e particolare (siamo un sito politically correct!) del giudice sportivo.


Vi ricorderete sicuramente l'anno scorso Napoli-Juventus. La partita la conoscono tutti come è andata, ma alcuni però si ricordano poco o niente di quale fu il provvedimento preso contro il tuffatore olimpionico Zalayeta per ben due volte simulatore. In quell'occasione il nostro giudice prima gli dette 2 giornate di squalifica, poi in ricorso misteriosamente cambiò idea: "ma sai che, ho visto male! I rigori c'erano!" disse. Eccezionale. Sono sicuro che se la riguardava un'altra volta c'era pure il rischio che desse 5 giornate a Buffon per condotta anti-sportiva.

Ma quest'anno si è addirittura evoluto. Diciamo che è passato al livello successivo come Goku nel famoso cartone Drangon Ball. La puntualità con la quale è intervenuto è impressionante. L'inter sta andando male, è talmente scandalosa che nemmeno Mourinho può fare niente, il pareggio interno col Genoa ha scoperto nervi scoperti. Così non si vince. Per fortuna però che interviene il nostro giudice tuttofare che questa domenica era veramente ovunque tranne però che a San Siro. E allora ecco che la mannaia impietosa si abbatte sul pallavvolista Gila (guarda caso salta proprio la partita contro l'Inter) ma non solo.
Anche Vucinic viene punito per una colpa che sinceramente non ha in quanto il rigore era sacrosanto e la simulazione non c'era. Ma il giudice ha deciso che con la Samp non ci sarà, punto e basta. Tutto pur di affossare la Roma: non importa se c'erano due rigori per la Roma non dati,
non importa se Floro Flores ha subito fallo 1 metro fuori dall'area e il rigore però se l'è preso comunque alla faccia della sportività. Perchè lui non ha da incontrare l'Inter e peraltro ha dato una mano all'Inter stessa eliminando una possibile avversaria.
Ma la cosa bella è che la caccia agli avversari dell'Inter in crisi non si ferma qui. Anche la rivelazione Lazio ha dovuto pagare per l'oltraggio di essere così in alto. Due turni di squalifica a Mauri e a Foggia per aver semplicemente detto all'arbitro che in questa partita ha arbitrato in maniera scandalosa. Molto permaloso quest'arbitro!!

Ma come ogni più bravo artista, il capolavoro se lo lascia sempre all'ultimo e così dopo che l'arbitro non aveva punito Maicon e Diana per due interventi killer su Mesto e Nedved (qualcuno mi deve spiegare poi se è meno sportivo fare un gol di mano che rischiare di troncare la carriera ad un collega con interventi idioti!), il nostro giudice si pronuncia così sulla gomitata a palla lontana da dietro dello zingaro Ibra su Motta:"Acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky, Rai e Mediaset), di piena garanzia tecnica e documentale; Osserva: le immagini televisive documentano che, nelle circostanze in causa, nel corso di una manovra di attacco dell’Internazionale, il portiere genoano, in una affollata area di rigore, si apprestava ad afferrare il pallone in lenta parabola discendente allorché il calciatore Ibrahimovic, sopraggiungendo da sinistra con l’evidente intento di portarsi a ridosso dell’estremo difensore, urtava con veemenza alle spalle il calciatore Motta, che si frapponeva a palese protezione del proprio portiere, facendolo cadere dolorante al suolo. Tale comportamento deve ritenersi sicuramente non regolamentare e riprovevole per la sua gratuità (il calciatore interista non aveva alcuna concreta possibilità di raggiungere il pallone) e per la veemenza esercitata con l’avambraccio destro nei confronti di un avversario che gli volgeva le spalle, ma questo Giudice ritiene che il gesto compiuto non integri inequivocabilmente, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, quella “condotta violenta”, prevista e sanzionata dall’art. 19 n. 3 lett. b) CGS che, per costante orientamento degli Organi di giustizia, è ravvisabile soltanto in atti che, avulsi da ogni esigenza di giuoco, siano potenzialmente idonei a ledere l’avversario e a tal fine vengano posti in essere

Delibera: di non adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del calciatore Zlatan Ibrahimovic (Soc. Internazionale), a seguito della segnalazione del Procuratore federale."

Complimentoni!! Riassumendo quindi da oggi in base a questa motivazione sono giustificati a palla lontana a tirare gomitate agli avversari in quanto secondo il nostro carissimo e amatissimo giudice questo non rientra nella condotta violenta. Postilla: questo vale ovviamente purchè vada ad esclusivo vantaggio della società F.C. Internazionale Milano.

Scherzi a parte questo giudice è un qualcosa di scandaloso e la regolarità con la quale se ne esce avvantaggiando l’Inter e punendo le sue dirette concorrenti supera qualsiasi statistica. Ora come dice un vecchio detto: A PENSAR MALE SI FA PECCATO MA SPESSO CI SI AZZECCA….

A MENO CHE IL GIUDICE SPORTIVO NON SIA LUI E ALLORA SI SPIEGHEREBBERO TANTE COSE!!


Quella che si sta per chiudere domani è stata una settimana cruciale per la stagione juventina. 3 partite in 7 giorni non sono poche specie se in infermeria hai in pratica una seconda squadra intera da mandare in campo. Finalmente si è rivista una Juventus non bella ma aggressiva e fortunata in qualche occasione, che ha fatto affidamento sulla solidità difensiva e sull'estro dei suoi attaccanti per portare a casa le partite contro Real e Torino. Anche l'anno scorso non partì benissimo in campionato complice -guarda caso- l'infortunio di Mauro German e quando manca lui si spegne la luce ora così come 12 mesi fa, segno che forse la passata stagione non ha insegnato poi molto a chi si occupa di mercato. Ma lasciamo perdere per ora questo punto perchè adesso a differenza dell'anno scorso a scacciare la crisi ci pensa lui, un giocatore arrivato in estate con qualche polemica, un giocatore che andava ad aggiungersi ad un reparto che sembrava completo con Trezegol, Pintu, Giovinho e Vincenzino e che invece mai come ora si rivela determinante per far rimanere la Juve ancora in corsa sia in campionato che in Champions: il suo nome è Amauri Carvalho de Oliveira, per il popolo juventino semplicemente A-M-A-U-R-I!!

Attendiamo la partita di domani perchè vincere sarà fondamentale per non sciupare quanto di buono fatto finora sperando che dia l'occasione a Iaquinta di partire titolare sia per far rifiatare Del Piero in vista delle partite importanti dove si esalta sempre (specie con il Real) sia perchè ce l'ho al fantacalcio e con la squalifica del Gila mi tornerebbe proprio a fagiolo!!

mercoledì 22 ottobre 2008

Rieccomi di nuovo, ragazzi. Diciamo che fino ad adesso ho preferito scegliere la strada del silenzio stampa. Sì perché effettivamente dovevo un po’ schiarirmi le idee per essere il più lucido possibile nelle valutazioni e non farmi prendere magari dalle sensazioni del post-partita. In realtà già domenica volevo pubblicare un post ma poi mi sono detto: “perché non concedergli un’ultima possibilità?” e così eccomi qua. In realtà se devo essere sincero ero già pronto a scrivere un intervento molto critico, invece come spesso accade le cose non sempre vanno come ti aspetti.
Cinque partite senza vittoria cominciavano ad essere un po’ tantine considerando che contro il Real il fatto che potessero diventare 6 era molto più di una possibilità. Sin dalle prime partite ho sempre difeso Ranieri, mi è sempre piaciuto come allenatore; non scordiamoci che le basi per il “grande” Chelsea di Mourinho (che poi fa tanto il divo ma a dirla tutta con la metà della metà del budget che aveva a disposizione ha vinto più Ancelotti, ma questo è un altro discorso) le ha messe lui con le scoperte dei vari Lampard, Terry e Joe Cole. Ma dopo la partita di Napoli non potevo far finta di niente e non ammettere le sue responsabilità; perché va bene che la squadra non è all’altezza dell’Inter e lo posso anche accettare per adesso ma non si può perdere contro squadre come Napoli e Palermo, con quest’ultima addirittura in casa. L’anno scorso le partite della Juventus erano fatte per il 10% di classe e per il 90% di grinta, compattezza e forza fisica straripante, nelle ultime uscite invece era proprio mancato questo 90%: squadra sfaldata, disunita, azioni che erano più il frutto del caso che di un gioco pre-organizzato. Insomma parliamoci chiaro non si poteva vedere.

Ieri sera invece qualcosa è cambiato. Primi 10-15 minuti assolutamente spaziali con i giocatori che mantenevano le giuste distanze e Real totalmente in balia. Amauri apre in velocità a Del Piero e il capitano da 25 metri lascia partire un gran tiro a giro, uno dei suoi dei bei tempi che lascia estasiato anche Le Roy Platini in tribuna («Un gol bellissimo»), che Casillas può solo vedere infilarsi nel sette alla sua sinistra. Juve galvanizzata e raddoppio sfiorato. Poi la sfortuna ritorna a farsi sentire: alle già numerose defezioni dei vari Buffon, Trezeguet, Camoranesi, Poulsen, Zanetti, si aggiungono pure quelle di Marchisio e Legrottaglie. Ma ieri sera non c’era trippa per gatti. All’inizio della ripresa la Juve riparte a mille e al 4' Amauri raddoppia con un colpo di testa. A questo punto Schuster capisce che è meglio inserire Robben per un inguardabile Higuain, e il Real cambia ritmo, anche perché la Juve è stanca. L'area bianconera è assediata: al 14' Snijder prende il palo e al 21' Van Nistelrooy accorcia. Ultimi minuti di sofferenza: Ranieri toglie uno stanchissimo Amauri per Iaquinta ma la difesa bianconera non è mai affannosa. Adesso si può dire che la JUVE C’E’.
LA JUVE C’E’. LA JUVE C’E’. LA JUVE C’E’.

«Ho un gruppo solido, unito e compatto e stasera abbiamo avuto un pizzico di fortuna che altre volte non abbiamo avuto», ha detto il tecnico bianconero. «Per contrastare il Real dovevamo essere in condizioni eccellenti, non lo eravamo ma bisogna elogiare lo spirito e la qualità dei miei campioni. È stata una grande prestazione e dobbiamo continuare a insistere su questo tasto. Siamo un gruppo unito, non ho mai avuto un gruppo del genere, i ragazzi credono nell'allenatore. So che la società e la squadra mi sta vicina e possiamo uscire da questa situazione».

giovedì 2 ottobre 2008

Se fosse un ragazzino delle elementari sicuramente direbbero di lui che è bravo ma non si applica. Purtroppo non siamo alle elementari e il Bate Borisov non è un compito di matematica difficilissimo, ma una squadra di modeste speranze che bisognava assolutamente battere.

"Quanto credi di essere forte, la sconfitta è vicina!". E' questa purtroppo la dura legge del calcio e non importa l'entità dell'avversario che affronti: se questo ci mette più convinzione e voglia di vincere di te è molto probabile che torni a casa col risultato. Non è stata sbagliata la formazione come molti sostengono, anche perchè Camoranesi nel ruolo di playmaker centrale aveva giocato anche l'anno scorso con risultati più che buoni, è mancata piucchealtro la Juventus che affronta le partite da provinciale, la Juventus che basa le vittorie sulla quantità in mezzo in campo, la Juventus che lotta mai doma, insomma è mancata l'anima stessa della Juventus. Punto.
Ovviamente della serata di Minsk non è tutto da buttare: il carattere e la reazione giusta rimontando il doppio svantaggio già nella prima frazione, il ritorno al gol e non solo di un uomo importante come Vincenzo Iaquinta, i due assist del talentino Giovinco all'esordio sul palcoscenico europeo.

Insomma vedremo se questo pareggio un pò rocambolesco potrà essere finalmente il punto di svolta della stagione così come l'anno scorso lo fu il pareggio nel derby, dopo il quale la squadra di Ranieri riuscì ad inanellare una serie di vittorie molto importanti a scapito persino delle due milanesi. Il tempo ci darà risposte, intanto concetriamoci sul Palermo...

lunedì 29 settembre 2008

La Juventus paga salatamente in 4 giorni il suo cinismo. Dopo il pareggio rimediato mercoledì contro il Catania ecco un'altra battuta di arresto per gli undici di Ranieri che sembrano non saper più vincere. E’ vero le palle-gol non sono mancate e con esse pure una buone dose di sfortuna, ma come diceva il grande Enzo Ferrari la fortuna non esiste se sei il migliore. E la Juventus vista in queste ultime due uscite non solo non è la migliore ma non è neppure tra le migliori visto che i due punti rimediati in altrettante giornate l’hanno relegata in 6° posizione riacciuffata pure dal Milan protagonista di un inizio stagione deludente. La situazione non è disperata certo, siamo ancora a settembre come ricorda Mourinho ma visti i ritmi dello scorso anno è buona cosa non perdere contatto con il gruppetto dei primi per non doversi trovare a primavera a dover lottare per un magro quarto posto come successe l’anno scorso proprio ai rossoneri.
Le prossime partite avranno in palio qualcosa che andrà al di là dei semplici tre punti, vincere sarà fondamentale a cominciare da martedì.
FORZA RAGAZZI!!!!

lunedì 22 settembre 2008

Quando hai uno così la sfortuna non esiste. All'anagrafe AMAURI CARVALHO DE OLIVEIRA, ma per noi, popolo bianconero, è semplicemente A-M-A-U-R-I.
Acquistato quest'estate fra mille dubbi riguardanti non tanto la sua qualità quanto piuttosto la necessità di un altro attaccante nel parco offensivo dove già c'erano il capocannoniere DelPiero, il vice Trezeguet e un signor Iaquinta, senza contare il giovanissimo Giovinco, si è rivelato ben presto un giocatore fondamentale per la nostra causa. Con l'infermeria stracolma e in continua espansione, è anche grazie al bomber brasiliano infatti se siamo riusciti a far rispettare ancora una volta la legge della Juve: 4 partite, 4 gol, 3 vittorie per 1-0 e 1 solo gol subito. Così come contro l'Udinese, anche al Sant'Elia decide proprio Amauri con un gol dei suoi per opportunismo, potenza e coordinazione.

Questa Juve certo non brilla, non incanta, ma vince e lo fa anche quando i problemi di formazione sono tanti. Ranieri, infatti, deve rinunciare a Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Zanetti, anche Poulsen ha qualche problema e va soltanto in tribuna, mentre in difesa Ranieri schiera Mellberg e Chiellini in mezzo con Legrottaglie in panchina. Turno di riposo anche a destra, non c’è Grygera ma Salihamidzic. Insomma Juve in emergenza e come se non bastasse a metà primo tempo si fa male Buffon, vittima di un problema muscolare alla coscia destra. Al suo posto entrerà un Manninger motivatissimo a dimostrare il proprio valore e protagonista di una parata decisiva su Matri al 90°. Per ora il "camaleonte solido" sta un pò faticando ed è in testa, non voglio pensare a quando si metterà a correre.....



giovedì 18 settembre 2008

Siamo tornati. Finalmente quella musichetta ormai celebre torna a riecheggiare sugli spalti di Torino dopo due anni di astinenza, finalmente non saremo più costretti ad andare al cinema o in pizzeria per dimenticare che esiste anche la Champions League, finalmente possiamo riassaporare il calcio che conta perchè è vero che la Serie A è importante, ma la Champions Legue è tutta un'altra cosa. Non ci poteva essere debutto migliore se non contro lo Zenit San Pietroburgo, la squadra rivelazione del 2008 che ha demolito a Maggio il Bayern di Luca Toni per 4-0 in Coppa Uefa per poi ripetersi ad Agosto con il Manchester United portandosi in bacheca Coppa Uefa e Supercoppa Europea. La forza dello Zenit si basa soprattutto su schemi semplici ma efficaci, un centravanti di peso e qualità, due mezzepunte (danny e arshavin) che saltano sempre l'uomo e un centrocampo rognoso comandato dal veterano Tymoschuk, ierisera onnipresente.
In questi due anni però la Juventus ha dimostrato di non essere una squadra facilmente intimoribile soprattutto se di fronte trova squadre favorite dal pronostico e ne ha dato prova anche ieri sera dando battaglia ad uno Zenit più in palla e più avanti di condizione (in Russia sono quasi alla fine del campionato). Ma non è una novità, se è possibile questa è una squadra ancora più fisica di quella di Capello, una Juventus di guerrieri, di gente che lotta fino al 90°, una Juventus di Chiellini, di Sissoko, di Poulsen, di Buffon, ma è soprattutto la Juventus di Alex Del Piero. Chi altri poteva segnare il gol del ritorno in Champions se non lui, il capitano. E poi una capriola. Spensierata. Come quelle che fanno i bambini, perchè in fondo lui bambino non ha mai smesso di esserlo con quella voglia di giocare che lo porta a 33 anni ad essere ancora una volta il trascinatore della sua amata Signora adesso come 12 anni fa quando quella coppa la portò a casa. Si giocava a Roma come quest'anno, che sia tutto scritto dal destino?? Chissà...

Nel frattempo godiamoci un'altra perla, la n°38 in Champions. Una punizione. La specialità della casa. Che lui può battere in mille modi, ma con un unico risultato nel mirino: la rete che si gonfia. Era lontano dalla porta di Malafeev. Lontano, lontanissimo, ma non troppo. Rincorsa, palla colpita forte, con il giro "al contrario". Il portiere fa un passo dalla parte sbagliata. La palla gira vorticosamente, lui annaspa. Gol. Tutti in piedi.

Grazie Capitano.

lunedì 15 settembre 2008

Per la serie "ho perso un'occasione per sembrare intelligente", ecco un nuovo episodio dalla saga la "mamma degli imbecilli è sempre incinta". Il protagonista questa volta è un quasi sconosciuto al grande pubblico: il suo nome è Antonio Floro Flores ed è il classico giocatore che si può definire a tutti gli effetti un predestinato. Esordio in Serie A il 28 gennaio 2001 col Napoli che perde 3-0 contro la Roma, ma il suo apporto alla squadra partenopea si fa sentire eccome, tanto che a fine stagione addirittura retrocede. Seguono anni gloriosi seduto a centro-panchina finchè nel gennaio 2004 il seggiolino cede e viene così girato alla Sampdoria, dove in 6 mesi riesce pure a segnare un gol. Finiti i festeggiamenti torna al Napoli a giugno ma la società purtroppo fallisce così un fuoriclasse come lui non può che rifiutare la proposta della nuova società di ripartire dalla C1 e decide di trasferirsi al Perugia, ma cosa fanno l'anno successivo i Grifoni? Falliscono pure loro così il nostro "Re Mida" decide che è scoccata l'ora di affossare un'altra squadra: l'Arezzo, che puntualmente infatti spinto dal nostro bomber retrocede in serie C.
Siamo finalmente nell'estate del 2007 quando l'Udinese con un harakiri degno del più scellerato samurai decide di acquistarlo; mai acquisto fu più azzeccato: 4 gol in 40 partite. Un fenomeno, una media-gol spaventosa, in pratica un gol ogni 900 minuti. Immenso!!

Ma ecco che si arriva alla partita di domenica sera. Si gioca Juventus-Udinese, i bianconeri di Torino sono in vantaggio per 1-0 e la partita ormai volge al termine quando Mellberg incoscientemente prolunga di testa un pallone altrimenti innocuo e indovinate un pò sulla corsa di chi va?? Del nostro Antonio, chi altri sennò. E' la sua occasione, da solo a tu a tu per tu con Buffon, ha tutto il tempo per tirare, dai Antonio puoi entrare nella storia, attenzioneee....
Noooo, clamoroso si fa rimontare da Chiellini che lo disturba leggermente, neanche prova a tirare il salame, si lascia cadere manco l'area di rigore fosse una piscina e sapete cosa ha pure il coraggio di dire "'sto popò di scandalo" a fine partita?!?
"Capisco che contro la Juventus e` difficile che possano fischiare un rigore al novantesimo. Ma il rigore c’era ed era netto. Non avevo alcun motivo di buttarmi a terra, ero solo davanti a Buffon ed ero pronto a calciare quando ho sentito una spinta e sono caduto. Chiellini tra l’altro non ha neanche preso il pallone: l’avesse toccata, capirei. L’arbitro ha deciso cosi` e va bene, anche i direttori di gara possono sbagliare, ma ci sono i guardalinee".

Hmhm stellina, fa pure lo strafottente ma ringrazia Iddio che c'è qualcuno che ti fa pure giocare che il solo vederti a 100 metri dallo stadio è un'offesa per il calcio!! Ma pensa te chi fanno parlare....

domenica 14 settembre 2008

Nel segno di Amauri

LA PARTITA- L'anno scorso una squadra rompiscatole, quest'anno un camaleonte solido. E' questa la Juve di Ranieri targata 2008: granitica ma agile, potente ma tecnica, tempista ma sorniona. Ieri sera ha dimostrato di essere tornata una grande squadra consapevole delle propria forza, sì perchè i rischi nella partita contro l'Udinese potevano essere tanti dettati soprattutto da una ricerca smaniosa della vittoria dopo quella mancata all'ultimo minuto a Firenze e dal possibile nervosimo causato dalle numerose palle gol non concretizzate col tempo che si assottigliava sempre di più. Invece la Juventus è cresciuta, ha saputo aspettare creando sì numerose palle gol ma al tempo stesso mantenendo i reparti compatti tra loro e costringendo gli avversari alle barricate per quasi tutta la partita. E si sa se giochi tutta la partita in difesa contro una squadra come la Juventus alla fine il gol lo prendi con una probabilità del 100%: 22° del secondo tempo, il principe azzurro Amauri rompe il sortilegio e segna con un destro chirurgico dopo una percussione centrale della coppia Iaquinta-Sissoko.
Non un gol bellissimo, ma è il biglietto da visita di questa Juventus, una Juventus non leziosa, uno schiacciasassi che gli avversari li aggredisce, li calpesta, li frantuma. Anche se bisogna dirlo deve ancora migliorare nell'amministrare il vantaggio: questa volta è vero riesce a difenderlo ma Floro Flores non è Gilardino e diciamo che per adesso ci va pure bene.
Alla fine quindi la Juventus si aggiudica meritatamente i tre punti che gli permettono di raggiungere l'Inter e rimanere vicina al gruppetto di testa (molto importante visti i KO di Fiorentina, Milan e Roma). Non è stata vittoria facile, ma sicuramente meritata. C’è anche una coda appena polemica, perchè al 43’ Floro Flores, tutto solo davanti a Buffon, frana a terra dopo un contatto con Chiellini: fallo? Assolutamente no, ridicola la sceneggiata dell'attaccante friuliano nell'occasione che neanche prova a calciare, bravo invece De Marco che sceglie bene: per la Juve solo un grande spavento, per l’Udinese un pizzico di rammarico, anche se le proteste sono minime. Buona comunque la prestazione della squadra di Ranieri.

L'ANALISI DEL MISTER - Ranieri è soddisfatto. Non è stata una partita semplice: «L'Udinese gioca bene, aspetta e riparte alla grande. Ma noi abbiamo macinato gioco e abbiamo avuto tante palle gol. La squadra mi piaciuta soprattutto nel primo tempo. La palla non voleva proprio entrare». La svolta è stato il gol di Amauri, che ha sbloccato la partita: «E' stato fondamentale. Oltre alla rete, si è mosso tantissimo, anche in fase di ripiegamento. La coppia Amauri-Iaquinta ha funzionato. D'altra parte abbiamo preso Amauri anche per questo: può giocare assieme a tutte le altre nostre punte». Risultato portato a casa anche perchè oggi c'era qualche motivazione in più: «I ragazzi ci tenevano tanto a vincere questa prima partita casalinga. E' stata la vittoria della volontà». Qualche difetto lo ha riscontrato nel secondo tempo: «Mi è piaciuta la velocità che hanno impresso al gioco i miei ragazzi. Mi è piaciuta meno la frenesia che ho visto in alcune situazioni».

CLIMA CHAMPIONS- Oggi siamo già in clima Champions League ed è un appuntamento che la Juventus aspetta da due anni e che non vuole assolutamente fallire. Trezeguet e Del Piero ieri hanno giocato appena i minuti di recupero, nessuno dei due sembrava contento, ma va bene così perchè mercoledì c’è lo Zenit e all’appuntamento con la Champions League Mister Ranieri vuole presentarsi con la coppia-gol più prolifica nella storia della Vecchia Signora. Meglio se famelici e arrabbiati.
A mercoledì.



giovedì 4 settembre 2008

Tornato. Le vacanze purtroppo sono finite e così si ritorna nuovamente al solito tram tram di tutti i giorni. Casa, vecchi amici, univerisità, Black Silk ma soprattutto ... Juventus.
Diciamo che il bilancio estivo si è chiuso con un sorriso appena abbozzato. Innanzitutto la riconquista della Champions dopo due anni di assenza, competizione importante come l'aria che respiriamo per una squadra come la nostra che vuole puntare a tornare grande tra i grandi.

Passiamo poi al mercato: non sono arrivati i grandi nomi è vero ma comunque mi voglio preservare dall'esprimere qualsiasi giudizio in merito anche perchè la Nazionale campione del mondo insegna che a volte non sono i grandi nomi a far vincere quanto piuttosto i vari Gattuso, Cannavaro, Perrotta, gente con le palle insomma. Inoltre non mi dispiace la politica societaria in stile Arsenal che vede la Juventus partire dai giovani e dal vivaio per costruirsi dei futuri campioni in casa propria; tanti sono i nomi molto promettenti che hanno trovato posto anche in prima squadra come Giovinco, Fausto Rossi, Marchisio, De Ceglie, Ariaudo per non parlare della punta della Primavera Immobile autore due giorni fa di una doppietta che ha permesso di distruggere la Roma per 3 a 0 al torneo De Cecco. Insomma il tempo ci darà ragione.
Nel frattempo però guardiamo anche al presente perchè domenica si è giocata la partita delle partite: Fiorentina-Juventus. Una partita che va al di là del campionato, una rivalità ancestrale che divide da sempre le due squadre e proprio per questo ci tengo a sottolineare la sportività di entrambe le tifoserie che hanno dato vita ad un bello spettacolo creando uno stadio bollente sì ma mai violento e dimostrando che tutto il mondo non è paese. Sì perchè appena qualche ora prima a nemmeno 300 km di distanza dal Franchi più di un migliaio di bestie napoletane avevano dato sfoggio della loro brutalità, del loro essere animali sfasciando un treno, picchiando donne e bambini di ritorno dalle vacanze e distruggendo tutto ciò che gli capitava a tiro. Mi dispiace dirlo ma ancora una volta i napoletani si sono dimostrati dei deficienti; eh sì purtroppo è così. Perchè dopo che il Nord li considera sullo stesso piano degli Africani e delle bestie, dopo che le ultime elezioni hanno decretato il successo della Lega i cui unici punti di programma sono la secessione e il federalismo -sintomo dell'intolleranza nei loro confronti- e dopo che tutta l'estate non si è fatto altro che parlare male non solo in Italia ma in tutto il mondo di Napoli con la storia dei rifiuti era forse il caso di farsi gratuitamente dell'altra pubblicità negativa?!? Mah.

L'Osservatorio del Viminale non ha sbagliato a concedere loro la trasferta, forse è stato troppo generoso nel concedergli una seconda possibilità, la più importante che avevano per riscattarsi dopo tutta la merda che era stata gettata sul nome della città che dicono di amare. Adesso se il Calderoli di turno viene e dice che tutta quella spazzatura se la meritavano sempre più gente comincerà a chiedersi perchè no?!? E se un domani non troppo lontano arrivasse perfino a proporre una secessione da quei "meridionali bifolchi e baluba che rubano e distruggono", quanta gente di Milano, Torino e Venezia già adesso intollerante riuscirebbe a reclutare?
E' vero Napoli è la città della canzone, della poesia, dell'arte e del teatro, ma se non ci sarà un cambio di tendenza generale fra poco molti potrebbero anche dimenticarselo....

martedì 22 luglio 2008

Parola di Camoranesi

Mauro German Camoranesi fa un passo alla volta, il prossimo è quello di centrare la qualificazione alla fase a gironi di Champions League."Abbiamo la possibilità di chiudere un percorso iniziato due anni fa - dice il centrocampista italo-argentino della Juve -. Sono state due stagioni particolari: nella prima dovevamo ritornare in serie A e nella seconda dovevamo qualificarci per l'Europa, ci siamo riusciti e ora dobbiamo fare l'ultimo sforzo e superare i preliminari: qualificarci sarebbe il coronamento di tutto questo percorso".Fissato il primo obiettivo, Camoranesi passa poi al resto della stagione: "E' una Juventus competitiva, i piedi buoni a centrocampo ci sono. Penso che le altre squadre sappiano che si troveranno di fronte la solita Juve, pronta a lottare per obiettivi importanti. Per stare ai vertici è importante avere almeno due giocatori per ruolo, perché ti consente di rifiatare, e noi li abbiamo: sono arrivati elementi di livello internazionale, quello di cui avevamo bisogno. Poulsen? Dimostrerà cosa può dare, è abituato a giocare partite importanti, era titolare nel Siviglia che ha vinto tantissimo negli ultimi anni e credo che abbia le carte in regola per fare bene anche da noi. Poi ci sono Sissoko e Nedved con il loro dinamismo e Zanetti con le sue geometrie"."Le principali avversarie in Italia? Le due milanesi mi sembrano le più attrezzate - conclude Camoranesi -. Il Milan soprattutto si è rinforzato moltissimo con Ronaldinho: due anni fa era il migliore, non vedo perché non possa tornare a quei livelli, per me è ancora tra i primi tre o quattro più forti al mondo".

venerdì 18 luglio 2008

Non c'è stata nessuna pressione da parte del "superboss della cupola calcistica" Luciano Moggi per cambiare i procuratori e nonostante ciò contratti prima miliardari e ora milionari alla Juventus.
Parola di Alessandro Del Piero e Gigi Buffon, che testimoniano in difesa dell'ex direttore generale della Juventus nel processo Gea, con i vari Nedved, Ferrara, Legrottaglie, Pessotto, Birindelli, Mirante e Gastaldello. E ancora col ds bianconero Secco, quello attualmente al Palermo Sabatini e il presidente del Livorno Spinelli.
"Sono alla Juve dal 1993, come procuratore ho avuto prima Rizzato e poi Pasqualin, ora mi assiste mio fratello - le parole di Del Piero -. Le provvigioni le ho sempre pagate io, il mio contratto era da 70-120 milioni di lire con Rizzato, con Pasqualin ho avuto un primo rinnovo da 1-2 miliardi e un secondo da 10 miliardi di lire, gli ultimi accordi invece sono stati da 4 milioni di euro a stagione. In tutte le trattative non ho mai subito pressioni da parte di Luciano Moggi per cambiare procuratore".
"Il mio agente è sempre stato Martina e non ho mai subito pressioni da Luciano Moggi per cambiarlo - dice invece Buffon -. Ho già rinnovato quattro-cinque volte il contratto con la Juve ed è sempre andato tutto bene".

Continuano a pisciarci addosso e dicono che piove....

martedì 15 luglio 2008

Sarà stato pure Ranieri a scegliere Poulsen però secondo me nella scelta del tecnico è pesata e non poco l’incapacità dei dirigenti juventini di non concludere la trattativa con il Liverpool. La vicenda Xabi Alonso ha messo in evidenza tutti i limiti degli uomini di mercato della Juventus, incapaci di concludere una trattativa che è saltata poi per una differenza di soli 1,5 milioni di euro tra domanda e offerta. E così alla fine è arrivato un giocatore assistito dagli stessi procuratori di Sissoko. Nella scorsa stagione, Secco e Blanc fecero lo stesso con Jorge Mendes, il procuratore sia di Andrade che di Tiago. I contatti evidentemente sono molto limitati e la Juve, orfana di Moggi, si ritrova ad essere l’ultima ruota del carro di un mercato internazionale nel quale nuotano veri e propri squali visto che è costretta a prendere Poulsen a quelle condizioni. Pensate che l’Inter ha praticamente a libro paga uno degli agenti più influenti come Raiola (Ibra, Maicon etc.), il Milan ha un canale privilegiato con Bronzetti, la Juve invece non sembra purtroppo disporre ancora di mediatori dello stesso calibro (con il tempo e magari con più esperienza si spera che anche Secco e Blanc possano provvedere a farsi il “giro”). Tuttavia sotto il profilo dell’operatività sul mercato, non si può negare che l’operazione merita un bel quattro: i dirigenti di Corso Galileo Ferraris non hanno fatto una bella figura, sperperando in quattro anni 34 milioni di euro per un giocatore che sinceramente non è certo un fenomeno, magari poi potrà essere funzionale all’ennesimo e (a questo punto) volubile progetto di Ranieri (non scordiamoci Almiron e Tiago accantonati dopo due amichevoli solo dodici mesi fa) ma il rischio è che per le prossime quattro stagioni, il mercato a centrocampo della Juventus rimanga condizionato dai contratti già in essere: basta pensare che i soli Poulsen e Tiago assorbono più di 10 milioni lordi in due.

Come direbbero gli inglesi: I HAVE NO WORD!

lunedì 14 luglio 2008

"Estate del 1976, Boniperti incurante delle critiche, scambia alla pari il suo regista Fabio Capello (andato al Milan) con Romeo Benetti che dopo poche settimane, diventa l’anima della Juventus di Trapattoni che vince campionato (battendo il record di punti) e coppa Uefa. Era una Juve da combattimento e non da accademia. Indovinate quanti mediani utilizzava l’esordiente Trap? Tre, il numero perfetto: Furino, Benetti e Tardelli, mentre l’unico a dare qualità al gioco era Causio in mezzo al campo. Trentadue anni dopo arriva Poulsen: il danese ricorda molto, per la chioma bionda e la grinta, Romeo Benetti. Varie le analogie: anche allora si sprecarono le critiche dei tifosi per lo scambio alla pari con il Milan e il sacrificio di Don Fabio che si rivelò in netta fase calante a Milano. Al tempo la Juve era la regina del mercato, ci fu lo scambio anche con l’Inter con Anastasi che si rivelò un buco nell’acqua in nerazzurro, mentre Boninsegna fu decisivo in attacco vicino a Bobby Gol. Boniperti si assicurò due uomini fondamentali per il progetto del Trap, spendendo neanche una lira. Altri tempi, altra Juve, è finita l’era dell’euro zero. Oggi, ci troviamo a commentare un’operazione che se nell’ottica tecnica è incoerente ma ancora non giudicabile (sarà il campo e il tempo a rivelarne l’efficacia o meno), sotto il profilo tattico potrebbe rivelarsi intelligente: aumento della copertura in mediana per schierare, tre punte o comunque quattro uomini offensivi."
(Tratto da goal.com)

Staremo a vedere....

Ora c'è anche l'ufficialità: Christian Poulsen è un giocatore della Juventus. Lo ha annunciato il club sul proprio sito. Il centrocampista danese «ha firmato questo pomeriggio un contratto quadriennale - si legge nella nota - dopo essere stato sottoposto, in mattinata, alle visite mediche». Lo Juventus Football Club ha perfezionato l'acquisto di Christian Bager Poulsen per 9,75 milioni di euro. L'accordo perfezionato con la società spagnola Sevilla Football Club, si legge in una nota, prevede che l'importo sia pagabile in tre rate: 4,75 milioni entro il 19 luglio, 2,5 milioni entro l'11 luglio 2009 e 2,5 milioni entro l'11 luglio 2010.

Ecco le prime parole del neo-juventino.
«Sono molto felice di entrare a far parte di un club così prestigioso. La Juventus è una delle squadre più importanti del mondo e mi auguro di poter far bene. Sono un centrocampista difensivo ma sono anche in grado di giocare in posizione più avanzata. La mia speranza è riuscire a regalare una sorpresa al pubblico italiano, che mi considera un giocatore rude, mostrando di avere anche una buona tecnica. Avrò tempo per dimostrarlo e per dare un'altra immagine di me». «Aver giocato nel Siviglia - dice ancora Poulsen - credo sia stata una buona esperienza per me, prima di arrivare alla Juventus. Ho già visto giocare i miei nuovi compagni tante volte, perchè, come ho detto, questo è uno dei club più importanti del mondo. Ha una grande storia e sono orgoglioso di essere qui».

Il mister Ranieri ci mette pure la faccia: «non ditemi che l'abbiamo preso perchè era quello che costava di meno... Le proteste dei tifosi? Se è piaciuto Sissoko questo è persino meglio perchè è più maturo, ha maggiore esperienza internazionale. Poi magari Sissoko diventerà ancora più forte negli anni, però state certi che se i tifosi amano Sissoko ameranno ancora di più Poulsen, che diventerà un loro idolo...Con Poulsen tatticamente c'è anche maggiore possibilità che la squadra regga meglio le tre punte»

venerdì 11 luglio 2008

E così nella fresche lande della Val Rendena arriva anche lui, il Vichingo biondo Olof Mellberg che alla matura età di 31 anni è pronto per l’avventura italiana. Acquistato dalla Juve nel gennaio 2008, ha salutato il Villa Park e l’Aston Villa dopo 7 stagioni da assoluto protagonista, capitano e trascinatore, combattente amato dai tifosi, 260 volte in campo e sette gol. Stimato da David O’Leary prima, quindi da Martin O’Neill e infine da Zac Knight, i Villans se lo andarono a prendere 24enne dal Racing Santander, dove aveva militato per 3 anni con ottime prestazioni. Ora i bianconeri, coi quali ha firmato un contratto triennale: arrivato a costo zero, aveva firmato un pre-contratto già nello scorso gennaio.

Negli ultimi mese a Birmingham non ha lesinato impegno con la sua fascia da capitano appiccicata al braccio e il 3 maggio ha salutato per l’ultima volta i suoi tifosi assiepati sulle gradinate del Villa Park. Poi, contro il West Ham, ha vestito per l’ultima voglia il claret&blue: quel giorno all’Upton Park lo svedese ha portato con sé 3100 magliette dell’Aston Villa col suo nome, numero e la scritta Thanks 4 Your Support. Più di 40mila sterline spese per consegnare un omaggio a ciascuno dei tifosi presenti sulle gradinate dell’impianto londinese, giunti fin lì per salutare il loro storico numero 4, capace nel 2003 di vincere il Guldbollen, il riconoscimento come miglior giocatore svedese dell’anno

Le sue prime parole, appena appresa l’ufficialità del passaggio alla corte di Claudio Ranieri sono state: “Arrivo in un club prestigioso, davvero non vedo l’ora. Sono molto felice per questo accordo, quella in Italia sarà un’esperienza importante. Ora devo chiudere al meglio la stagione con l’Aston Villa ma davvero non vedo l’ora di raggiungere la Juventus e di dare il massimo con la maglia bianconera“. E il tecnico bianconero così parlò 6 mesi fa circa il difensore scandinavo: “Mellberg è un giocatore che conosco bene e che seguivo già dai tempi del Chelsea. È un difensore centrale in grado di coprire anche la fascia destra, come sta facendo quest’anno. Giocatore con una struttura fisica importante ma molto reattivo, Mellberg porterà alla Juventus un contributo di esperienza internazionale e di qualità“.

Mellberg è pronto a diventare un idolo della tifoseria della Vecchia Signora e tutti si aspettano da lui un campionato di livello: lui non vede l’ora di esordire in Champions League, competizione a cui non ha mai partecipato, e di mettersi a disposizione di tecnico e compagni. Insomma, in bocca al lupo Olof!

E noi ingenui che ce la immaginavamo disperata ed emaciata, Ingrid Betancourt, incatenata ad una mangrovia con il fucile del guerrigliero puntato alla testa e nessun contatto con il mondo esterno. Noi ingenui che abbiamo fatto manifestazioni di solidarietà nei confronti di questa donna che tutti sostenevano essere una grande donna e che ci siamo commossi davanti ai televisori quando hanno dato la notizia della sua liberazione.
D'altronde sei anni prigioniera delle Farc, le forze armate rivoluzionarie della Colombia, non sono poca cosa. Evidentemente però non abbastanza visto l'intervista che la signora ha avuto il coraggio di rilasciare ad un quotidiano francese.

Infatti pare che uno degli eventi che l'abbiano colpita di più durante i sei anni di prigionia sia stato la craniata di Zidane a Materazzi nella finale della Coppa del Mondo 2006: "Ho adorato la testata di Zidane a Materazzi, credo che anch'io avrei fatto lo stesso e me la sono anche presa con chi lo ha criticato". Non apprezzato, non condiviso: A-D-O-R-A-T-O!!
Ma cos'è un mostro?! Una che è stata tenuta prigioniera per 6 anni nella giungla lontana dai figli, che si è sempre proclamata paladina dei diritti umani e che a maggior ragione in questo momento dovrebbe condannare ogni forma di odio o quantomeno occuparsi di altre questioni ben più importanti non solo giustifica ma addirittura ADORA un gesto di violenza commesso da un uomo ad un altro uomo per una stupidissima partita di calcio. Importante sì, ma comunque sia sempre sport, sport e sottolineo ancora sport. Zidane quel giorno sbagliò il timing, e forse anche Ingrid la battuta avrebbe potuto risparmiarsela. Mi auguro che torni nuovamente ad occuparsi di problemi ben più importanti sperando che questo sia stato soltanto un isolato "colpo di testa".

mercoledì 9 luglio 2008


Navigando qua e là su Internet mi sono imbattuto in un'intervista che il giornalista Enzo Biagi ha rilasciato al Tirreno il 16 Agosto 2007 e nella quale presenta la sua personale visione sul processo farsa Calciopoli. La riporto in versione integrale qui di seguito.

“Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito.
Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome.
Una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna.
E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento?
Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.
Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?”.

"La banda del telefonino" ha colpito ancora...

lunedì 7 luglio 2008


Per il ritorno nell'Europa che conta, la Signora ha tirato fuori dall'armadio il vestito nuovo. Nel primo giorno di attività, al Media Center di Vinovo, sono state presentate le divise che la squadra utilizzerà per tutta la stagione 2008-09. E per realizzarle, lo sponsor tecnico Nike si è ispirato al passato vincente del club.
La prima maglia ricorda infatti il leggendario ciclo degli anni '70, quello tanto per intedersi del mister Armando Picchi, che aveva appena smesso di giocare, quello dei giovani Furino, Bettega, e Capello; mentre il color oro della seconda maglia celebra i successi internazionali come augurio per quelli che arriveranno...
Noi aspettiamo!!

Questa volta, amici miei, non sono qui per parlare di Juventus: rubo un po’ di spazio a questo blog a favore di un uomo che devo dire se lo merita tutto forse anche di più. Si chiama Oscar Pistorius, è nato il 22 novembre 1986 a Pretoria, in Sudafrica. Quando lo vedi correre sembra perfetto: fisico atletico, busto in avanti, muscoli della faccia che sfidano la velocità, sincronia nel movimento delle braccia. Purtroppo perfetto non è, tutta colpa di quelle gambe che non ha mai avuto. A un anno infatti gliele hanno amputate entrambe dalle ginocchia in giù: era nato senza la tibia, colpa di una malformazione. Il piccolo Oscar non si perde d'animo: va a scuola, frequenta l'high school di Pretoria, gareggia nel rugby e nel water polo. Sport, dunque, sempre e comunque. Ancora una volta però il destino che era stato tracciato per lui torna nuovamente a cercarlo: un incidente al ginocchio lo costringe a cambiare disciplina.


Ma Oscar non ci sta a darsi per vinto: l'atletica arriva all'inizio come forma di riabilitazione. Poi con i risultati. Alle Paraolimpiadi del 2004 a Atene Pistorius arriva terzo nei 100 e vince l'oro nei duecento. Da allora accumula tempi da record in ogni competizione. Corre i 400 metri in 46"56 (44 secondi è il tempo dell'oro alle Olimpiadi di Atene ) e i 100 in 10.91 (9"85 è il tempo del vincitore dei Giochi olimpici 2004). Nel 2005 partecipa al Gran gala di atletica a Helsinki, è la prima volta che un paratleta compete con i normoatleti. Il 5 aprile 2007 arriva il record nei 200 metri: 21"58. Michael Johnson nel 1996 aveva fermato le lancette su 19"32 e da allora nessuno è andato più veloce.
Con questi tempi si capisce perchè Oscar Pistorius voglia banalmente, semplicemente, normalmente partecipare ai Giochi olimpici di Pechino 2008. E qui comincia la querelle, la questione è semplice: l'atleta non sarà ammesso alle Olimpiadi del 2008 perché, dice la Iaaf, "le sue gambe non tradizionali lo avvantaggiano rispetto agli altri atleti". E poichè il gesto atletico per essere puro non può e non deve essere condizionato da elementi tecnologici, quelle due lame di carbonio - tra l'altro più lunghe rispetto alla corporatura di Pistorius - sono un trucco, un vantaggio. Gambe tecnologicamente modificate. Ecco, un doping di carbonio.
Alla fine però la Iaaf si è dovuta arrendere al parere positivo dato dal Tribunale Sportivo Internazionale di Losanna: “Oscar può andare alle olimpiadi!”. Adesso gli manca solo il tempo, il pass olimpico sui 400 metri che potrà provare a conquistare nella gare di Roma o Lucerna, dopo aver fallito l’opportunità all’arena di Milano il 2 Luglio scorso.

Intanto Oscar corre. Arriva agli allenamenti in macchina, scende camminando su gambe finte ma "normali" , tira fuori dal portabagagli le sue lame di carbonio, si cambia gli arti, prima l'uno e poi l'altro, e comincia a correre. Corre in attesa di un via libera da Pechino che speriamo possa già arrivare a Roma.

mercoledì 2 luglio 2008

Dall'Inter rivogliamo lo scudetto che ci ha rubato non certo i giocatori. Noi tifosi della Signora abbiamo le idee molto chiare: Dejan Stankovic-Juventus è un matrimonio che non sa da fare. Assolutamente. Il giocatore serbo, infatti, si è macchiato di due colpe 'molto gravi' che gli impediscono di vestire e onorare la casacca bianconera.

Punto primo: Stankovic non è semplicemente uno delle "migliaia" di giocatori dell'Inter, è il giocatore anti-juventino per antonomasia che, tra l'altro, è sempre stato in prima linea nello sbandierare ai quattro venti la sua ostilità ai nostri colori.
Punto secondo: Stankovic, ai tempi della Lazio, firmò slealmente sia con la Juve che con l'Inter evitando la squalifica grazie al mancato ricorso della Juve che, di fatto, lo consegnò tra le braccia di Massimo Moratti. Forse il serbo crede che tutte le squadre siano come l'Inter ma noi non siamo un albergo dove può entrare ed uscire a suo piacimento, quindi: F-U-O-R-I-I-I!!!

Nonostante le rassicurazioni di Cobolli Gigli, la coppia Secco-Blanc però sembra aver già trovato l'accordo col giocatore e se l'Inter nei prossimi giorni abbasserà le sue richieste (da 15 a 8-10 milioni di euro) l'affare dovrebbe chiudersi nonostante le resistenze dei tifosi. Il vice-Nedved, quindi, potrebbe essere proprio lui.

In campo, ovvio. Perché in curva l'amore continua ad essere ceco...

lunedì 30 giugno 2008

Grazie Spagna!!!


Alla fine è consolante essere stati mandati fuori dal torneo europeo dai vincitori!!
Onore a chi il gioco più bello del mondo è riuscita a nobilitarlo dimostrando, anche col risultato finale, di essere in questo momento la squadra più forte sulla piazza europea e soprattutto di saper giocare a pallone, una cosa che a volte, nonostante i risultati eclatanti, non tutti dimostrano di saper fare. E mi riferisco ovviamenti alla Germania, che come ogni volta si era già autocelebrata campione per essere arrivata là grazie ad un cammino che definire in discesa è alquanto riduttivo; era successo ai mondiali del 2002 dove approdò in finale senza incontrare praticamente nessuno e infatti prese due belle pappine a zero dal Brasile, è successo nel 2006 contro l’Italia giunta in semifinale con un girone praticamente aggiustato a regola d’arte e anche in quell’occasione ovviamente riprese altre due belle pizze senza attenuanti dalla nostra Nazionale; ed è risuccesso pure quest’anno. Girone alquanto ridicolo con Austria, Polonia e Croazia, sconfitta contro la Croazia, qualificata all’ultima partita come seconda vincendo per 1-0 contro un’Austria che sinceramente si trovava all’Europeo solo in virtù di paese ospitante e vittoria immeritata in semifinale per 3-2 con gol al 90esimo contro una Turchia incerottata con in campo 8 riserve su 11 giocatori. Non si può certo dire un cammino trionfale, ma ai tedeschi si sa ci vuole poco per fargli rivivere il mito della razza ariana e così, per la serie “chi si loda si imbroda”, ecco l’immancabile sfottò rivolto a noi italiani.
Articolo direttamente targato Bild datato 29 giugno 2008, testuali parole: "La Germania ce l'ha veramente fatta ad arrivare in finale. Bisogna riconoscere che non abbiamo brillato contro Croazia, Austria e Turchia. E allora? Siamo in finale! Questo è ciò che conta. Ci sono riusciti gli italiani o i francesi? Adesso c'è la Spagna. Di sicuro sono in grado di esprimere un gioco più bello del nostro, ma, sotto la guida di Jogi Löw noi non ci facciamo trovare impreparati quando si tratta di giocare al calcio. E possiamo sempre contare sulle virtù tedesche di cui andiamo fieri - impegno, voglia di vincere, passione e spirito di squadra. Tirate fuori tutta l'energia ragazzi! Il resto verrà da solo."
Ma quando impareranno a parlare dopo i fatti?!?! Boh!!

Fatto sta che comunque un’altra figura di merda, l’ennesima, è stata messa in cassaforte e va a riempire la loro particolarissima bacheca ormai in continua espansione. Non fosse per altro per le parole degli spagnoli al termine della partita. "La finale dell'Europeo si è giocata domenica 22 giugno. L'ha vinta la Spagna battendo ai rigori l'Italia 4-2. Quando giochiamo così, non ci sono squadre che possano resistere. L'Italia lo ha fatto, cedendo solo dagli undici metri" ha detto Aragones da gran signore, esaltando la grandezza della difesa azzurra, unica in tutto il torneo a non avere subito gol dalla Spagna, seguito a ruota dal portiere spagnolo Iker Casillas che, evidentemente sentendo ancora nelle mani la respinta sul tiro ravvicinato di Mauro Camoranesi e la deviazione oltre la traversa del colpo di testa di Totò Di Natale, ha tenuto a ribadire che senza dubbio il match con l'Italia è stato il più duro e soprattutto il più emozionante.
Poveri Tedeschi, come si dice in questi casi: CORNUTI E MAZZATI!!!


Ps: ah dimenticavo ovviamente da nazione civile e sportiva quale è sempre stata, anche ieri sera la Germania ha voluto darne una dimostrazione ulteriore impedendo agli spagnoli che si trovavano in terra teutonica di festeggiare la vittoria, mentre loro stasera potranno festeggiare con un milione di persone a Berlino la loro Nazionaletta perdente d'Europa.
Complimenti complimenti e ancora complimenti!!

venerdì 27 giugno 2008

Che amarezza!!!

Quando bisogna dirlo, bisogna dirlo: stavolta la Figc e Lippi non hanno fatto proprio una gran bella figura. Non l’ha fatta Abete che non ha fatto nemmeno in tempo a congedare Roberto Donadoni che già aveva nel suo ufficio il tecnico viareggino e non l’ha fatta neppure Lippi (mi dispiace dirlo da juventino ma è così) che sono ormai due anni che sta gufando spudoratamente contro la Nazionale. Un paio di mesi fa in un’intervista disse che aveva rifiutato molte panchine perché stava aspettando che si creassero le condizioni propizie per tornare, io mi auguravo si riferisse alla Juventus e invece no. Quando dopo la fortunata spedizione in Germania lasciò la panchina della Nazionale pensai che avesse preso la decisione giusta, troppe infatti erano state le critiche e le offese nei suoi confronti a Coverciano, come anche nei confronti di Cannavaro e Buffon ai quali gran parte dei tifosi chiedeva di tornarsene a casa; lui però non si è scomposto, ha vinto il Mondiale non senza una buona dose di fortuna e da signore si è fatto da parte senza rinfacciare niente a nessuno. A questo punto però doveva farsi da parte definitavamente, invece si è comportato da bambino: voleva che tutti acclamassero a gran voce il suo ritorno, voleva sentirsi desiderato, una sorta di ripicca nei confronti di quelli che non l’avevano voluto.

Sinceramente adesso sono molto deluso di questo ritorno e ora come ora non so nemmeno se riuscirò a tifare Italia nelle prossime partite. Ancora una volta abbiamo assistito alla dimostrazione che in Italia la lealtà sportiva e la serietà non paga: basta vedere in che modo è stato cacciato via Donadoni, quasi come un delinquente. Non ho sentito nessuno che non abbia dato la colpa all’allenatore, nemmeno UNO!! Tutta colpa sua come se il rigore anziché di Natale o De Rossi l’avesse battuto lui oppure, che so, come se quella gambina a Toni gliela dovesse spingere lui per fargli fare gol.

E’ uscito contro la Spagna è vero, ma ammettiamo obiettivamente che con la squadra che avevamo è stato anche troppo passare il turno e andare ai calci di rigore ai quarti di finale. Ma stiamo scherzando?! Non c’è paragone fra le due formazioni a parte Buffon.

Comunque Donadoni, nonostante la forte amarezza, ancora una volta si è dimostrato per quel signore qual è.

"In questi due anni la mia Italia ha fatto anche qualcosa di positivo, un'ultima partita non può cancellarlo[…].Per quanto riguarda Lippi se ne parla da due anni. Ognuno ha il suo modo di proporsi alla gente, non sono io a dover insegnare agli altri come comportarsi. Al presidente Abete non ho chiesto se c'è stato un incontro con Lippi. Ognuno è libero di fare quel che vuole, io non discuto i comportamenti degli altri. Non voglio cadere in mancanza di eleganza […]. E' comunque stata un'esperienza stupenda, la rifarei subito, già domani mattina. Rifarei tutto, perchè tutto quel che ho fatto, l'ho fatto con coscienza. Ringrazio Abete, Guido Rossi, tutto il mio staff. Non mi sono mai sentito solo perchè attorno a me avevo, i giocatori e tanta gente […]. Perché al momento di firmare il contratto ho chiesto di tornare alla formula originaria, in primo tempo rifiutata? Credo nei rapporti con le persone, nei modi e nei tempi giusti. Quando ho capito che c'era la possibilità, ho fatto quella scelta. Lo dimostra il fatto che ho rinunciato alla penale. Non voglio fare sempre la figura del ragazzo perbene, i soldi fanno comodo a tutti: ma ho dimostrato di credere in altri valori".



E’ stato un orgoglio averlo avuto come ct della Nazionale perché nel calcio qualche volte si vince e molte altre si perde, ma la serietà e lo stile sono una cosa che nessun calcio di rigore sbagliato e nessuna coppa vinta può toglierti o darti!!
Grazie Mister.

martedì 24 giugno 2008


Contro l'Italia domenica è stato il migliore in campo, ma in generale è dall'inizio dell'Europeo che Senna sta dimostrando di essere la vera anima della Spagna. Per il centrocampista di origini brasiliane sembra essere arrivato il grande momento con la possibilità di sbarcare proprio in Italia.
Negli ultimi giorni, infatti, sembra che la Juventus si sia fatta avanti, congelando la trattativa con il Liverpool per Xabi Alonso e contattando il Villarreal. Senna, dopo aver tolto il posto da titolare al compagno in nazionale, potrebbe quindi ora soffiargli anche il contratto con il club bianconero.
Dal ritiro austrico il diretto interessato non conferma, ma lancia messaggi: "Solo sapere che la Juve sa che esisto mi riempie d'orgoglio. Dell'Italia mi piacciono Milan e Juve, l'Inter invece no, non mi ha mai affascinato. Certo che se davvero la Juve dovesse chiamarmi non ci dormirei per tre giorni, sarebbe la tappa d'oro della mia carriera".
Non so se poi verrai a Torino oppure no, di sicuro mi stai già simpatico!!! Anche se domenica certo potevi impegnarti un pò di meno...

lunedì 23 giugno 2008

Si torna a casa!!

E' finita. Questa volta i rigori sono stati fatali per gli Azzurri, che si sono presentati dagli undici metri scarichi, quasi demotivati. Si è visto subito che le facce non erano quelle di Berlino 2006, quando lo stesso Lippi ammise di non aver mai visto nella sua carriera così tanta determinazione e così tanta voglia di voler calciare in porta quel pallone. Si sa, nel calcio le motivazioni sono molto importanti e se un giocatore non riesce a trovarle in un quarto di finale del campionato europeo contro la Spagna non c'è mister in panchina che tenga. Così L'Italia saluta in anticipo questo Europeo, un Europeo nel quale non si può certo dire di essere stati favoriti negli episodi sia per sfortuna sia per mancanza di cinismo, ma non dobbiamo nemmeno sorvolare sul fatto che questa nazionale ha fatto 3 gol in 4 partite dei quali nessuno su azione: calcio d'angolo, rigore e punizione.
Quindi l'eliminazione contro una Spagna forte e agguerrita ci può stare; sconfitti a testa alta comunque in una partita equilibrata che poteva essere risolta in qualsiasi momento da entrambe le squadre. L'Italia ha pagato forse la mancanza di un vero leader navigato in squadra, di esterni di ruolo che potessero dare maggiori soluzioni offensive allargando il gioco sulle fasce e di un attaccante da mettere in sostituzione di un Toni un pò appannato, ma ora come ora questi non restano altro che discorsi da bar.

Non ci rimane che ringraziare i nostri giocatori e il mister Donadoni per averci regalato in questi due anni post-mondiali una Nazionale competitiva a livello internazionale e un gruppo giovane sul quale ripartire per poter puntare a nuovi successi!!
Road to Confederations Cup South Africa 2009!!

mercoledì 18 giugno 2008

La presunzione ha presentato il conto ai Gallettini. Due anni fa, quando persero il Mondiale contro l’Italia non vollero ammettere la sconfitta, si
comportarono da bambini e festeggiarono la squadra sugli Camp Elysee come se avessero vinto perché si ritenevano i vincitori morali, loro. Così per reggere fino in fondo la parte non poterono nemmeno esonerare lo spocchioso Domench, non certo amato in Francia ma pur sempre meno odiato degli italiani, altrimenti sarebbe venuta meno la loro immagine di “fantomatici” campioni. La loro presunzione però gli è costata cara, infatti invece di perdere solo la finale due anni fa, sono pure usciti anticipatamente dall’Europeo coprendosi di ridicolo e piazzandosi all’ultimo posto con un solo punto racimolato contro la Romania, un gol fatto e 6 subiti.
Chiamatelo destino, chiamatelo caso, chiamatelo come volete fatto sta che la Francia, con questo secco 2-0 subito senza appelli, si ritrova a dover esonerare Domenech proprio a causa di un’altra sconfitta, ancora contro l’Italia!!


A noi della magica notte di Zurigo resta una prestazione di grande cuore, il cuore azzurro che bisognerebbe tirare fuori un po’ più spesso e soprattutto da qui in avanti per poter continuare a sognare in questo Europeo. Qualche giorno fa Superman Gigi profetizzò che li avremmo ringraziati alla fine di questa partita, è stato di parola. Ora ci aspettano partite secche, o dentro o fuori, si può perdere e si può vincere, si può proseguire in questa avventura e si può pure andare a casa, l’importante però è che se anche dovesse accadere ciò lo faremo sempre dopo di loro!!!!

martedì 17 giugno 2008

Segnali


E’ andata così. Doveva essere l’anno del double per gli Azzurri: Mondiali ed Europeo successivo, un’impresa che solo a Francia e Germania è riuscita e che molto probabilmente saremo costretti ancora a rimandare. Le speranze dell’Italia di passare almeno il girone infatti sono appese ad un filo, un piccolo barlume in fondo ad una galleria interminabile. Non solo dovremmo battere la Francia, ma soprattutto sperare che le riserve dell’Olanda battano la Romania, cosa che finora non è riuscita nemmeno agli Azzurri e ai Galletti titolari, quindi – mi chiedo io- a che diritto pretendiamo che ce la facciano loro, oltretutto con le riserve?? Mah!

Comunque a parte questo, si spera almeno di vedere una qualche reazione di orgoglio dalla nostra nazionale campione del mondo, anche se di quella gloriosa spedizione ne è rimasto ben poco. Manca soprattutto lui, il capitano, Fabio Cannavaro, perché è vero, come ha detto ieri Sacchi, che l’Italia ha vinto il Mondiale senza offrire un calcio spettacolare, ma è altrettanto vero che quel Mondiale l’ha vinto con la grinta. Ed è stato spesso proprio il capitano a dare la carica: è negli occhi di tutti quando in semifinale a 2 minuti dalla fine dei supplementari, liberò l’area di testa su un cross dal fondo e andò poi con cattiveria a sradicare il pallone dal petto di Podolski che nemmeno lo vide, facendo partire il contropiede per il 2-0 che chiuse la partita. Tutta un’altra storia.

Per quanto riguarda stasera ci sono dei segnali che potrebbero far sperare, il rigore parato magistralmente da Buffon contro la Romania e che ci ha permesso di rimanere aggrappati ancora una partita a questo Europeo, per esempio potrebbe non rimanere un gesto inutile, potrebbe…….

lunedì 16 giugno 2008

Senti chi parla 2


Questa volta è il Bild, il quotidiano tedesco, che non perde occasione per fare infelici sarcasmi sulla nostra Nazionale, esattamente come ai Mondiale, quando alla vigilia della semifinale scrisse a tutta pagina in tricolore "PIZZA ARRIVEDERCI". Titolo che voleva essere un commiato abbastanza sbruffone nei nostri confronti e che si è poi rivelato invece un in bocca al lupo per la finale visto che sono stati umiliati e coperti di ridicolo proprio a casa loro grazie alle due "spaghettate" di Grosso e Del Piero. Ma quello teutonico si sa è un popolo testardo e non ci fa il callo alle figure di merda.
Così, della serie meglio guardare in casa degli altri visto che la nostra fa schifo, ecco l'ennesimo capitolo della saga "Germania vs Italia".

Sotto il titolo "Die Jammerlappen", l'equivalente in italiano di pappemolli o smidollati, il giornale se la prende soprattutto con i rimproveri fatti agli arbitri dai due c.t. "Prima hanno fatto i gradassi, adesso piagnucolano", scrive il giornale, ricordando che "i francesi ce l'hanno con il nostro arbitro Herbert Fandel, mentre Donadoni ha attaccato Ovrebo".

"Jammer mia!", piagnisteo mio, scrive il giornale in un misto di italiano e tedesco. Bild attacca le nazionali italiana e francese rimproverando loro "una difesa che fa acqua, un attacco moscio, poca velocità e cattiva tattica. Nessuna meraviglia se italiani e francesi non hanno finora vinto una partita, invece danno la colpa soprattutto agli arbitri".

"Martedì c'è il duello delle pappemolli", infierisce il giornale, secondo il quale "ad entrambe serve l'aiuto dell'Olanda contro la Romania". Comunque vadano le cose, per Bild la conclusione è che "i finalisti dell'ultimo mondiale un titolo lo hanno già conquistato, quello di campioni europei degli smidollati.

Senti chi parla 1


Alun Cairns, membro del Parlamento del Galles, si e' dimesso dalla doppia carica di ministro-ombra dell'Istruzione e di presidente della Commissione nazionale finanza dopo aver insultato gli italiani nel corso di una trasmissione radiofonica andata in onda ieri. A una domanda su quale squadra tifasse agli Europei, Cairns ha risposto definendo gli italiani "greasy wops", ovvero "untuosi terroni". Tutti i partecipanti alla trasmissione su "Radio Cymru" dovevano dare giudizi sulle partecipanti a Euro2008: una donna, a proposito della Svezia, l'aveva definita "noiosa", mentre del Portogallo aveva detto "bella bandiera", dell'Italia "ottimo cibo". A quel punto Cairns ha detto: "Io invece ho scritto 'greasy wops'". Il presentatore, Vaughan Roderick, ha invitato immediatamente il deputato a scusarsi, cosa che in effetti Cairns ha fatto, poi il programma si e' concluso. "Alla luce dei commenti inopportuni che ho fatto sull'Italia, credo di non poter ricorprire ancora a lungo il mio ruolo nell'Assemblea nazionale - ha detto oggi Cairns annunciando le proprie dimissioni - . Mi pento seriamente e chiedo ancora una volta scusa per l'offesa che ha causato. Ho il massimo rispetto per l'Italia e per la gente italiana, ma ammetto che i miei commenti sono inaccettabili". "Io - conclude - voglio contrastare la xenofobia e il razzismo continuando a promuovere uguaglianza e tolleranza."
Bravo Cairns, continua così e vedrai che ci riuscirai!!

venerdì 13 giugno 2008

Oggi è il giorno della verità. Oggi è uno di quei giorni in cui non puoi sbagliare nulla. O dentro o fuori. Non ci sono più ultime spiagge, questa è l'ultima spiaggia.
In Italia si sa, siamo molto veloci a salire sul carro dei vincitori, ma lo siamo ancora più a scendere dal carretto dei perdenti. Dopo la figuraccia contro l'Olanda, la Nazionale è stata tartassata, sono iniziati i processi all'allenatore, ad alcuni giocatori accusati di non aver dato il 100% in campo e questo in fin dei conti è anche giusto da una parte. Ognuno ha le sue colpe nella disfatta di Berna ed è giusto che se le prenda: ha colpa Donadoni per aver schierato una formazione troppo sbilanciata, così come hanno colpa i giocatori che si sono sfaldati, si sono disuniti. Ma adesso basta con le critiche.
Oggi è tempo di ricompattarsi. Qualunque cosa esca da quei cancelli, avremo maggiori possibilità di sopravvivere se rimarremo uniti. Avete capito? Se saremo uniti, sopravviveremo!. Quindi forza azzurri, state uniti! State insieme. Restate uniti. Unite gli scudi come un sol uomo! Un sol uomo, ma 11 gladiatori!!