lunedì 28 aprile 2008

Dalla serie B alla Champions League in soli 2 anni.
Potrebbe essere questo il titolo del film inscenato dalla Juventus post-moggiana, una Juventus che non solo riesce a centrare l'obiettivo di inizio stagione, ma lo fa pure con tre giornate d'anticipo. A mettere finalmente la parola fine è stata la vittoria per 5-2 su una Lazio che, nei primi 45 minuti, viene travolta come un castello di sabbia dall’onda bianconera.
Quattro gol in 33 minuti per la squadra di mister Ranieri, che va a segno rispettivamente con la rivelazione del campionato Giorgio Chiellini al 15', con un Mauro German Camoranesi "over the top" al 21', con un Alex Del Piero in formato europeo al 32' e con il solito avvoltoio David Trezeguet al 33'.


Una Juve famelica fronteggiata da una Lazio vacanziera che non ha più nulla da chiedere a questo campionato, è questo il pensiero della maggior parte dei sostenitori biancocelesti giunti fino a Torino e costretti dopo la rete di Trezegol ad andare a trascorrere il pomeriggio fra le bellezze dell’altra Torino, quella artistica di Palazzo Reale, di Palazzo Madama e della Mole Antonelliana.

All’Olimpico infatti nel secondo tempo non c’è più partita, la Juventus, con i 3 punti ormai già in tasca e la qualificazione Champions conquistata, non se la sente di umiliare ulteriormente la Lazio, che dal canto suo prova a mettere in campo quantomeno un po’ di orgoglio, salvando almeno la faccia. Al 10' il gol di Bianchi, al 16' quello di Siviglia. Al 43' arriva poi il secondo centro di Chiellini, che chiude definitivamente i conti.
Ma negli occhi di tutti resta il primo tempo di una Juve praticamente perfetta: è un piacere vedere giocare i bianconeri. Scambi in velocità, fraseggi stretti, ripartenze in bello stile. Nonostante il caldo, i giocatori bianconeri non si risparmiano e in modo particolare è da applausi la prestazione di Camoranesi, scatenato sin da subito. L'italo-argentino scardina la difesa laziale con le sue magie, al 15' batte la punizione per il colpo di testa vincente di Chiellini, al 21' segna lui stesso su assist di Zanetti.


A proposito ottima la prestazione del centrocampista ex-Roma, che sgrosseggia a centrocampo e, spalleggiato da Momo Sissoko, trova pure il tempo per concedersi due assist: dopo quello regalato a Camoranesi per il 2-0, si ripete dando a Del Piero la palla del 3-0. Il capitano, anche lui straordinario (del resto non più una novità!), suggella il suo splendido momento di forma saltando netto il povero Cribari e infilando con un perfetto sinistro Ballotta: gol numero 18 in campionato. Gli stessi di Trezeguet che, non digerisce "l'aggancio" e che un minuto dopo, su lancio di Camoranesi sigla il 4-0, controlla di “gancino” e trafigge il portiere in uscita. Un concentrato di rapidità, controllo e senso del gol che lo porta a quota 19, staccando di nuovo Alex e raggiungendo Borriello in testa alla classifica cannonieri.

A fine gara ecco le parole di mister Ranieri: “Un grosso ringraziamento ai ragazzi perchè non è stato facile. L’hanno fortemente voluto, complimenti a tutti, non era facile essere terzi a tre giornate dalla fine. Hanno fatto un campionato fantastico questi ragazzi. I ragazzi sono stati bravi a seguirmi subito. Non era facile per me arrivare alla Juve costruire ed essere subito vincenti. Potevamo fare di più? Va bene così, non ci dimentichiamo di quando all’inizio del campionato abbiamo ripreso per i capelli delle partite al 92’ o al 95’. Io ora sono contento perché vedo una squadra con personalità che sa quello che vuole e sa come ottenerlo.
Ma ancora più significative sono state le parole dette alla vigilia della partita contro la Lazio: “No, non credo che festeggeremo. Perchè credo che quello abbiamo fatto è un notevole segno che un pò di Dna Juve l'abbiamo acquisito ma ancora ce ne vuole. Per quello che voglio da me stesso e dalla squadra, festeggiare la qualificazione Champions in un club che ha festeggiato tutte le vittorie possibili, mi sembra eccessivo. Non che non dobbiamo essere contenti, è chiaro!
Giusto, Claudio!! Almeno noi quando si afferma di fare o non fare una cosa poi siamo coerenti fino in fondo!! Non ci accontentiamo delle briciole, noi!
NO COPPA NO PARTY!

lunedì 21 aprile 2008

Ormai non ci sono più parole per descriverlo!! Godiamoci allora queste meraviglie!



Ora che ci hai portato in Champions, regalaci l’Europeo, Capitano!!

giovedì 17 aprile 2008



Nel 1998, al Friuli l'infortunio al ginocchio che gli ha cambiato la carriera. Sembrava finita per lui. Anni duri, troppo duri. La delusione del mondiale in Francia seguita dall'Europeo due anni dopo, l'attacco della stampa non proprio gentile nei suoi confronti, prestazioni non esaltanti, sostituzioni, panchine. Una strada in salita per Alessandro Del Piero, difficile, a tratti quasi impossibile. Un silenzio rotto solo da lampi improvvisi in mezzo alla sofferenza. Una pressione forte, pesante su quelle gambe, su quel ginocchio ancora dolorante; molti lo vorrebbero già finito; Alex non ci sta: quello è il suo sogno, la sua vita, deve rialzarsi, subito. Così non molla: dondolando ritmicamente sui pedali come un ciclista, si attacca al manubrio della sua biciletta e sale, sale...
A 10 anni esatti da quel terribile infortunio ha vinto lui, cel'ha fatta: è ancora qui che sgambetta sui campi di calcio con la stessa voglia di giocare di quando da bambino lasciò i suoi genitori per seguire il suo sogno, la Juventus. E' impossibile non notare quanto abbia dato Alex alla Juve e all'Italia in questi anni. E allora pensi spontaneo esaltarlo come un fenomeno unico dello sport: ed esaltarti in lui che, grandissimo e ineguagliabile campione, è almeno, come noi, ITALIANO.

GRAZIE ALEX

domenica 13 aprile 2008

Dieci minuti prima di entrare in campo sto lì con la testa china, cerco il massimo della concentrazione, poi l'allenatore mi dice le ultime cose…già le so…me le ha dette cento volte, le ho pensate mille..un urlo forte e siamo pronti..adesso ci siamo, adesso andiamo fuori, adesso andiamo a vincere…
Dallo stadio olimpico di Torino...Juventus-Milan...oggi sapremo chi siamo!!!


12-04-2008. Torino. Del Piero vs Inzaghi. Pinturicchio vs SuperPippo. Un ritorno al futuro. Doveva essere la loro la partita. Doveva essere la loro rinvincita. Doveva perchè dalla magica notte torinese tra i due alla fine decide l'uomo che non ti aspetti: Brazzo Salihamidzic. Sì proprio lui, ragazzi, l’uomo che scappò da Sarajevo con l’ultimo aereo prima che scoppiasse la guerra, il comprimario bosniaco preso a costo zero che fin qui ha funzionato a corrente alterna, ma soprattutto colui che ha fatto sprofondare i rossoneri nell'inucbo Uefa.
Certo bisogna essere realistici: il 3-2 al Milan non ha il sapore del trionfo di San Siro sull’Inter, nè di quando questa era la sfida reale per lo scudetto, però conforta la teoria per cui la Juve può avere intoppi contro le avversarie medio o piccole ma regge benissimo il confronto con le più forti, o presunte tali. E’ il segnale di una qualità media che non è da buttare e di un orgoglio reso ancora più forte dalla discutibilissima retrocessione in serie B.
IL CUORE JUVE PULSA ANCORA!!!
Lavorandoci su, ne potrà uscire qualcosa già dalla prossima stagione, esito che sarà più complicato invece per il Milan, che richiama il "fedifrago" Shevchenko e ingaggia un demotivato Ronaldinho come mossa paraelettorale e non si accorge che forse il reparto che richiede un restyling più profondo non è certamente l’attacco.
Ma torniamo alla partita.

Le squadre si conoscono ormai troppo bene e si vede perchè lo spettacolo decolla solo quando la Juventus spezza l'equilibrio con il solito Del Piero. L'Alex di questi tempi è in formato europeo e lo fa vedere anche al 12', quando ringrazia Mauro German per l'invito e accarezza il pallone con un diagonale sopraffino che beffa le lunghe leve del portierone milanista Kalac.


Ma il Milan non ci sta a fare la parte della vittima sacrificale e risponde subito con Pippo Inzaghi, dopo appena un minuto dal goal bianconero. E' il preludio a ciò che avverrà in seguito. Kakà scappa a Chiellini sull'out sinistro, SuperPippo è un avvoltoio e colpisce al cuore la difesa bianconera. 1-1. Tutto da rifare.
Chiellini e Grygera (con poderosi tiri dalla distanza) incarnano la reazione juventina, ma è il Milan che si rende più pericoloso: Superman Buffon se la vede davvero brutta quando Ricardo Kakà prova il giro dal limite e quando Seedorf per poco non lo coglie fuori posizione (la traversa gli dà una mano). Milan di nuovo avanti al 31': Bonera chiede ed ottiene l'uno-due da Ambrosini, evita Buffon e porge la palla ad Inzaghi per il più facile dei raddoppi. Il Milan è sugli scudi, la Juve subisce l'iniziativa dei rossoneri, ma è proprio nei momenti difficili che si riconosce il carattere di una vera squadra e così proprio allo scadere del prima tempo ecco il 2-2: ancora Del Piero protagonista che ruba palla a Maldini, Camoranesi crossa, Kalac è super sull'inzuccata di Trezeguet ma nulla può sul tap-in di Brazzo in posizione regolare. L'incontro resta vibrante anche nella ripresa, ma è un fallaccio di Bonera sul monumentale Sissoko a cambiare il corso degli eventi. Rocchi tributa all'ex parmense un rosso meritato e allora Ancelotti non sela sente di rischiare perchè questa è una di quelle partite che bisogna cercare di vincere, ma che non si devono assolutamente perdere, così inserisce Cafu per Inzaghi, la cui uscita è accompagnata dai fragorosi fischi di tutta la curva e l'ex non apprezza. Ma la partita va avanti.
Il Milan sembra reggere l'inferiorità numerica ma è ancora Salihamidzic a tirar fuori il coniglio dal cilindro: fallo ingenuo di Maldini che si disinteressa dell'uomo atterrando Grygera, punizione di Camoranesi e il piccolo centrocampista bianconero è libero di saltare nell'area avversaria senza contrasto.


Scoppia l'urlo dell'Olimpico e per la Juve non è un problema poi contenere l'abbozzo di forcing dei giocatori del Milan, giocatori del Milan che non ce la fanno più e anzi rischiano di capitolare ancora. In realtà Del Piero fa anche un gol-capolavoro quando nel recupero Kalac si avventura in attacco, ma Rocchi aveva fischiato prima la fine delle ostilità. Il 3-2 può bastare per alimentare i sogni juventini e far ripiombare il Milan in una depressione da cui non riesce a risollevarsi.

Nel dopo partita felice Claudio Ranieri che applaude i suoi: "Abbiamo battuto i campioni del mondo in carica. Nel primo tempo ho perso dieci anni di vita, poi è stata grande la nostra ripresa, quando ci siamo sistemati meglio a centrocampo con Tiago davanti alla difesa. Ora ci giochiamo tanto in questa settimana con altre due partite, ma stiamo già giocando un campionato meraviglioso e credo che il gap con le grandi sia più ridotto del previsto"
Buffon sincero: "Nel primo tempo ci hanno dato una lezione di calcio, ma alla fine, con questa vittoria abbiamo fatto un passo decisivo per la Champions, allontanando definiticamente il Milan".
E concludiamo con le parole del capitano, che questo europeo se lo sta guadagnando a suon di goal, partita dopo partita: "Sono tante le componenti che mi permettono di giocare così. Sono affamato e questo a volte fa la differenza. Dedico il gol a Scirea che ho superato come presenze. Lui è stato un esempio per chiunque, essergli accostato è un onore"


"É sempre un’emozione quando mi chiedono di parlare della Juventus.

Perché significa non solo ripensare ai tanti successi sportivi, ma è ripercorrere un viaggio nella memoria, sul filo di tanti ricordi personali e della mia famiglia che si intrecciano da 75 anni con la storia di questa squadra di calcio. La società bianconera ha un modo particolare di leggere la storia: una storia di cambiamenti radicali e profondi, che investono la città in cui nasce e vive la Juventus, Torino, i suoi abitanti e milioni di tifosi in Italia e nel mondo, storia di costume e di abitudini. E poi di emozioni.

Perché, la Juventus è stata, è e sarà sempre una squadra di calcio. Ed è un piacere immenso ricordare che tutto “il meglio” del calcio è passato dalla Juve, rivedere le tante partite “storiche” per rivivere, così, l’emozione di quegli attimi. "

(Umberto Agnelli, 1934-2004, presidente della Juventus F.C. dal 1955 al 1962)