venerdì 11 luglio 2008

E noi ingenui che ce la immaginavamo disperata ed emaciata, Ingrid Betancourt, incatenata ad una mangrovia con il fucile del guerrigliero puntato alla testa e nessun contatto con il mondo esterno. Noi ingenui che abbiamo fatto manifestazioni di solidarietà nei confronti di questa donna che tutti sostenevano essere una grande donna e che ci siamo commossi davanti ai televisori quando hanno dato la notizia della sua liberazione.
D'altronde sei anni prigioniera delle Farc, le forze armate rivoluzionarie della Colombia, non sono poca cosa. Evidentemente però non abbastanza visto l'intervista che la signora ha avuto il coraggio di rilasciare ad un quotidiano francese.

Infatti pare che uno degli eventi che l'abbiano colpita di più durante i sei anni di prigionia sia stato la craniata di Zidane a Materazzi nella finale della Coppa del Mondo 2006: "Ho adorato la testata di Zidane a Materazzi, credo che anch'io avrei fatto lo stesso e me la sono anche presa con chi lo ha criticato". Non apprezzato, non condiviso: A-D-O-R-A-T-O!!
Ma cos'è un mostro?! Una che è stata tenuta prigioniera per 6 anni nella giungla lontana dai figli, che si è sempre proclamata paladina dei diritti umani e che a maggior ragione in questo momento dovrebbe condannare ogni forma di odio o quantomeno occuparsi di altre questioni ben più importanti non solo giustifica ma addirittura ADORA un gesto di violenza commesso da un uomo ad un altro uomo per una stupidissima partita di calcio. Importante sì, ma comunque sia sempre sport, sport e sottolineo ancora sport. Zidane quel giorno sbagliò il timing, e forse anche Ingrid la battuta avrebbe potuto risparmiarsela. Mi auguro che torni nuovamente ad occuparsi di problemi ben più importanti sperando che questo sia stato soltanto un isolato "colpo di testa".

2 commenti:

zebrabianconera10 ha detto...

Sono rimasto senza parole...
Ciao ;-)

Juro ha detto...

Mah davvero zebra!!
Addirittura ha pure aggiunto che ha pianto quando Grosso ha segnato l'ultimo rigore: della serie "non sapeva proprio di che piangere".
Che delusione!