martedì 22 luglio 2008

Parola di Camoranesi

Mauro German Camoranesi fa un passo alla volta, il prossimo è quello di centrare la qualificazione alla fase a gironi di Champions League."Abbiamo la possibilità di chiudere un percorso iniziato due anni fa - dice il centrocampista italo-argentino della Juve -. Sono state due stagioni particolari: nella prima dovevamo ritornare in serie A e nella seconda dovevamo qualificarci per l'Europa, ci siamo riusciti e ora dobbiamo fare l'ultimo sforzo e superare i preliminari: qualificarci sarebbe il coronamento di tutto questo percorso".Fissato il primo obiettivo, Camoranesi passa poi al resto della stagione: "E' una Juventus competitiva, i piedi buoni a centrocampo ci sono. Penso che le altre squadre sappiano che si troveranno di fronte la solita Juve, pronta a lottare per obiettivi importanti. Per stare ai vertici è importante avere almeno due giocatori per ruolo, perché ti consente di rifiatare, e noi li abbiamo: sono arrivati elementi di livello internazionale, quello di cui avevamo bisogno. Poulsen? Dimostrerà cosa può dare, è abituato a giocare partite importanti, era titolare nel Siviglia che ha vinto tantissimo negli ultimi anni e credo che abbia le carte in regola per fare bene anche da noi. Poi ci sono Sissoko e Nedved con il loro dinamismo e Zanetti con le sue geometrie"."Le principali avversarie in Italia? Le due milanesi mi sembrano le più attrezzate - conclude Camoranesi -. Il Milan soprattutto si è rinforzato moltissimo con Ronaldinho: due anni fa era il migliore, non vedo perché non possa tornare a quei livelli, per me è ancora tra i primi tre o quattro più forti al mondo".

venerdì 18 luglio 2008

Non c'è stata nessuna pressione da parte del "superboss della cupola calcistica" Luciano Moggi per cambiare i procuratori e nonostante ciò contratti prima miliardari e ora milionari alla Juventus.
Parola di Alessandro Del Piero e Gigi Buffon, che testimoniano in difesa dell'ex direttore generale della Juventus nel processo Gea, con i vari Nedved, Ferrara, Legrottaglie, Pessotto, Birindelli, Mirante e Gastaldello. E ancora col ds bianconero Secco, quello attualmente al Palermo Sabatini e il presidente del Livorno Spinelli.
"Sono alla Juve dal 1993, come procuratore ho avuto prima Rizzato e poi Pasqualin, ora mi assiste mio fratello - le parole di Del Piero -. Le provvigioni le ho sempre pagate io, il mio contratto era da 70-120 milioni di lire con Rizzato, con Pasqualin ho avuto un primo rinnovo da 1-2 miliardi e un secondo da 10 miliardi di lire, gli ultimi accordi invece sono stati da 4 milioni di euro a stagione. In tutte le trattative non ho mai subito pressioni da parte di Luciano Moggi per cambiare procuratore".
"Il mio agente è sempre stato Martina e non ho mai subito pressioni da Luciano Moggi per cambiarlo - dice invece Buffon -. Ho già rinnovato quattro-cinque volte il contratto con la Juve ed è sempre andato tutto bene".

Continuano a pisciarci addosso e dicono che piove....

martedì 15 luglio 2008

Sarà stato pure Ranieri a scegliere Poulsen però secondo me nella scelta del tecnico è pesata e non poco l’incapacità dei dirigenti juventini di non concludere la trattativa con il Liverpool. La vicenda Xabi Alonso ha messo in evidenza tutti i limiti degli uomini di mercato della Juventus, incapaci di concludere una trattativa che è saltata poi per una differenza di soli 1,5 milioni di euro tra domanda e offerta. E così alla fine è arrivato un giocatore assistito dagli stessi procuratori di Sissoko. Nella scorsa stagione, Secco e Blanc fecero lo stesso con Jorge Mendes, il procuratore sia di Andrade che di Tiago. I contatti evidentemente sono molto limitati e la Juve, orfana di Moggi, si ritrova ad essere l’ultima ruota del carro di un mercato internazionale nel quale nuotano veri e propri squali visto che è costretta a prendere Poulsen a quelle condizioni. Pensate che l’Inter ha praticamente a libro paga uno degli agenti più influenti come Raiola (Ibra, Maicon etc.), il Milan ha un canale privilegiato con Bronzetti, la Juve invece non sembra purtroppo disporre ancora di mediatori dello stesso calibro (con il tempo e magari con più esperienza si spera che anche Secco e Blanc possano provvedere a farsi il “giro”). Tuttavia sotto il profilo dell’operatività sul mercato, non si può negare che l’operazione merita un bel quattro: i dirigenti di Corso Galileo Ferraris non hanno fatto una bella figura, sperperando in quattro anni 34 milioni di euro per un giocatore che sinceramente non è certo un fenomeno, magari poi potrà essere funzionale all’ennesimo e (a questo punto) volubile progetto di Ranieri (non scordiamoci Almiron e Tiago accantonati dopo due amichevoli solo dodici mesi fa) ma il rischio è che per le prossime quattro stagioni, il mercato a centrocampo della Juventus rimanga condizionato dai contratti già in essere: basta pensare che i soli Poulsen e Tiago assorbono più di 10 milioni lordi in due.

Come direbbero gli inglesi: I HAVE NO WORD!

lunedì 14 luglio 2008

"Estate del 1976, Boniperti incurante delle critiche, scambia alla pari il suo regista Fabio Capello (andato al Milan) con Romeo Benetti che dopo poche settimane, diventa l’anima della Juventus di Trapattoni che vince campionato (battendo il record di punti) e coppa Uefa. Era una Juve da combattimento e non da accademia. Indovinate quanti mediani utilizzava l’esordiente Trap? Tre, il numero perfetto: Furino, Benetti e Tardelli, mentre l’unico a dare qualità al gioco era Causio in mezzo al campo. Trentadue anni dopo arriva Poulsen: il danese ricorda molto, per la chioma bionda e la grinta, Romeo Benetti. Varie le analogie: anche allora si sprecarono le critiche dei tifosi per lo scambio alla pari con il Milan e il sacrificio di Don Fabio che si rivelò in netta fase calante a Milano. Al tempo la Juve era la regina del mercato, ci fu lo scambio anche con l’Inter con Anastasi che si rivelò un buco nell’acqua in nerazzurro, mentre Boninsegna fu decisivo in attacco vicino a Bobby Gol. Boniperti si assicurò due uomini fondamentali per il progetto del Trap, spendendo neanche una lira. Altri tempi, altra Juve, è finita l’era dell’euro zero. Oggi, ci troviamo a commentare un’operazione che se nell’ottica tecnica è incoerente ma ancora non giudicabile (sarà il campo e il tempo a rivelarne l’efficacia o meno), sotto il profilo tattico potrebbe rivelarsi intelligente: aumento della copertura in mediana per schierare, tre punte o comunque quattro uomini offensivi."
(Tratto da goal.com)

Staremo a vedere....

Ora c'è anche l'ufficialità: Christian Poulsen è un giocatore della Juventus. Lo ha annunciato il club sul proprio sito. Il centrocampista danese «ha firmato questo pomeriggio un contratto quadriennale - si legge nella nota - dopo essere stato sottoposto, in mattinata, alle visite mediche». Lo Juventus Football Club ha perfezionato l'acquisto di Christian Bager Poulsen per 9,75 milioni di euro. L'accordo perfezionato con la società spagnola Sevilla Football Club, si legge in una nota, prevede che l'importo sia pagabile in tre rate: 4,75 milioni entro il 19 luglio, 2,5 milioni entro l'11 luglio 2009 e 2,5 milioni entro l'11 luglio 2010.

Ecco le prime parole del neo-juventino.
«Sono molto felice di entrare a far parte di un club così prestigioso. La Juventus è una delle squadre più importanti del mondo e mi auguro di poter far bene. Sono un centrocampista difensivo ma sono anche in grado di giocare in posizione più avanzata. La mia speranza è riuscire a regalare una sorpresa al pubblico italiano, che mi considera un giocatore rude, mostrando di avere anche una buona tecnica. Avrò tempo per dimostrarlo e per dare un'altra immagine di me». «Aver giocato nel Siviglia - dice ancora Poulsen - credo sia stata una buona esperienza per me, prima di arrivare alla Juventus. Ho già visto giocare i miei nuovi compagni tante volte, perchè, come ho detto, questo è uno dei club più importanti del mondo. Ha una grande storia e sono orgoglioso di essere qui».

Il mister Ranieri ci mette pure la faccia: «non ditemi che l'abbiamo preso perchè era quello che costava di meno... Le proteste dei tifosi? Se è piaciuto Sissoko questo è persino meglio perchè è più maturo, ha maggiore esperienza internazionale. Poi magari Sissoko diventerà ancora più forte negli anni, però state certi che se i tifosi amano Sissoko ameranno ancora di più Poulsen, che diventerà un loro idolo...Con Poulsen tatticamente c'è anche maggiore possibilità che la squadra regga meglio le tre punte»

venerdì 11 luglio 2008

E così nella fresche lande della Val Rendena arriva anche lui, il Vichingo biondo Olof Mellberg che alla matura età di 31 anni è pronto per l’avventura italiana. Acquistato dalla Juve nel gennaio 2008, ha salutato il Villa Park e l’Aston Villa dopo 7 stagioni da assoluto protagonista, capitano e trascinatore, combattente amato dai tifosi, 260 volte in campo e sette gol. Stimato da David O’Leary prima, quindi da Martin O’Neill e infine da Zac Knight, i Villans se lo andarono a prendere 24enne dal Racing Santander, dove aveva militato per 3 anni con ottime prestazioni. Ora i bianconeri, coi quali ha firmato un contratto triennale: arrivato a costo zero, aveva firmato un pre-contratto già nello scorso gennaio.

Negli ultimi mese a Birmingham non ha lesinato impegno con la sua fascia da capitano appiccicata al braccio e il 3 maggio ha salutato per l’ultima volta i suoi tifosi assiepati sulle gradinate del Villa Park. Poi, contro il West Ham, ha vestito per l’ultima voglia il claret&blue: quel giorno all’Upton Park lo svedese ha portato con sé 3100 magliette dell’Aston Villa col suo nome, numero e la scritta Thanks 4 Your Support. Più di 40mila sterline spese per consegnare un omaggio a ciascuno dei tifosi presenti sulle gradinate dell’impianto londinese, giunti fin lì per salutare il loro storico numero 4, capace nel 2003 di vincere il Guldbollen, il riconoscimento come miglior giocatore svedese dell’anno

Le sue prime parole, appena appresa l’ufficialità del passaggio alla corte di Claudio Ranieri sono state: “Arrivo in un club prestigioso, davvero non vedo l’ora. Sono molto felice per questo accordo, quella in Italia sarà un’esperienza importante. Ora devo chiudere al meglio la stagione con l’Aston Villa ma davvero non vedo l’ora di raggiungere la Juventus e di dare il massimo con la maglia bianconera“. E il tecnico bianconero così parlò 6 mesi fa circa il difensore scandinavo: “Mellberg è un giocatore che conosco bene e che seguivo già dai tempi del Chelsea. È un difensore centrale in grado di coprire anche la fascia destra, come sta facendo quest’anno. Giocatore con una struttura fisica importante ma molto reattivo, Mellberg porterà alla Juventus un contributo di esperienza internazionale e di qualità“.

Mellberg è pronto a diventare un idolo della tifoseria della Vecchia Signora e tutti si aspettano da lui un campionato di livello: lui non vede l’ora di esordire in Champions League, competizione a cui non ha mai partecipato, e di mettersi a disposizione di tecnico e compagni. Insomma, in bocca al lupo Olof!

E noi ingenui che ce la immaginavamo disperata ed emaciata, Ingrid Betancourt, incatenata ad una mangrovia con il fucile del guerrigliero puntato alla testa e nessun contatto con il mondo esterno. Noi ingenui che abbiamo fatto manifestazioni di solidarietà nei confronti di questa donna che tutti sostenevano essere una grande donna e che ci siamo commossi davanti ai televisori quando hanno dato la notizia della sua liberazione.
D'altronde sei anni prigioniera delle Farc, le forze armate rivoluzionarie della Colombia, non sono poca cosa. Evidentemente però non abbastanza visto l'intervista che la signora ha avuto il coraggio di rilasciare ad un quotidiano francese.

Infatti pare che uno degli eventi che l'abbiano colpita di più durante i sei anni di prigionia sia stato la craniata di Zidane a Materazzi nella finale della Coppa del Mondo 2006: "Ho adorato la testata di Zidane a Materazzi, credo che anch'io avrei fatto lo stesso e me la sono anche presa con chi lo ha criticato". Non apprezzato, non condiviso: A-D-O-R-A-T-O!!
Ma cos'è un mostro?! Una che è stata tenuta prigioniera per 6 anni nella giungla lontana dai figli, che si è sempre proclamata paladina dei diritti umani e che a maggior ragione in questo momento dovrebbe condannare ogni forma di odio o quantomeno occuparsi di altre questioni ben più importanti non solo giustifica ma addirittura ADORA un gesto di violenza commesso da un uomo ad un altro uomo per una stupidissima partita di calcio. Importante sì, ma comunque sia sempre sport, sport e sottolineo ancora sport. Zidane quel giorno sbagliò il timing, e forse anche Ingrid la battuta avrebbe potuto risparmiarsela. Mi auguro che torni nuovamente ad occuparsi di problemi ben più importanti sperando che questo sia stato soltanto un isolato "colpo di testa".

mercoledì 9 luglio 2008


Navigando qua e là su Internet mi sono imbattuto in un'intervista che il giornalista Enzo Biagi ha rilasciato al Tirreno il 16 Agosto 2007 e nella quale presenta la sua personale visione sul processo farsa Calciopoli. La riporto in versione integrale qui di seguito.

“Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito.
Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome.
Una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna.
E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento?
Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.
Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?”.

"La banda del telefonino" ha colpito ancora...

lunedì 7 luglio 2008


Per il ritorno nell'Europa che conta, la Signora ha tirato fuori dall'armadio il vestito nuovo. Nel primo giorno di attività, al Media Center di Vinovo, sono state presentate le divise che la squadra utilizzerà per tutta la stagione 2008-09. E per realizzarle, lo sponsor tecnico Nike si è ispirato al passato vincente del club.
La prima maglia ricorda infatti il leggendario ciclo degli anni '70, quello tanto per intedersi del mister Armando Picchi, che aveva appena smesso di giocare, quello dei giovani Furino, Bettega, e Capello; mentre il color oro della seconda maglia celebra i successi internazionali come augurio per quelli che arriveranno...
Noi aspettiamo!!

Questa volta, amici miei, non sono qui per parlare di Juventus: rubo un po’ di spazio a questo blog a favore di un uomo che devo dire se lo merita tutto forse anche di più. Si chiama Oscar Pistorius, è nato il 22 novembre 1986 a Pretoria, in Sudafrica. Quando lo vedi correre sembra perfetto: fisico atletico, busto in avanti, muscoli della faccia che sfidano la velocità, sincronia nel movimento delle braccia. Purtroppo perfetto non è, tutta colpa di quelle gambe che non ha mai avuto. A un anno infatti gliele hanno amputate entrambe dalle ginocchia in giù: era nato senza la tibia, colpa di una malformazione. Il piccolo Oscar non si perde d'animo: va a scuola, frequenta l'high school di Pretoria, gareggia nel rugby e nel water polo. Sport, dunque, sempre e comunque. Ancora una volta però il destino che era stato tracciato per lui torna nuovamente a cercarlo: un incidente al ginocchio lo costringe a cambiare disciplina.


Ma Oscar non ci sta a darsi per vinto: l'atletica arriva all'inizio come forma di riabilitazione. Poi con i risultati. Alle Paraolimpiadi del 2004 a Atene Pistorius arriva terzo nei 100 e vince l'oro nei duecento. Da allora accumula tempi da record in ogni competizione. Corre i 400 metri in 46"56 (44 secondi è il tempo dell'oro alle Olimpiadi di Atene ) e i 100 in 10.91 (9"85 è il tempo del vincitore dei Giochi olimpici 2004). Nel 2005 partecipa al Gran gala di atletica a Helsinki, è la prima volta che un paratleta compete con i normoatleti. Il 5 aprile 2007 arriva il record nei 200 metri: 21"58. Michael Johnson nel 1996 aveva fermato le lancette su 19"32 e da allora nessuno è andato più veloce.
Con questi tempi si capisce perchè Oscar Pistorius voglia banalmente, semplicemente, normalmente partecipare ai Giochi olimpici di Pechino 2008. E qui comincia la querelle, la questione è semplice: l'atleta non sarà ammesso alle Olimpiadi del 2008 perché, dice la Iaaf, "le sue gambe non tradizionali lo avvantaggiano rispetto agli altri atleti". E poichè il gesto atletico per essere puro non può e non deve essere condizionato da elementi tecnologici, quelle due lame di carbonio - tra l'altro più lunghe rispetto alla corporatura di Pistorius - sono un trucco, un vantaggio. Gambe tecnologicamente modificate. Ecco, un doping di carbonio.
Alla fine però la Iaaf si è dovuta arrendere al parere positivo dato dal Tribunale Sportivo Internazionale di Losanna: “Oscar può andare alle olimpiadi!”. Adesso gli manca solo il tempo, il pass olimpico sui 400 metri che potrà provare a conquistare nella gare di Roma o Lucerna, dopo aver fallito l’opportunità all’arena di Milano il 2 Luglio scorso.

Intanto Oscar corre. Arriva agli allenamenti in macchina, scende camminando su gambe finte ma "normali" , tira fuori dal portabagagli le sue lame di carbonio, si cambia gli arti, prima l'uno e poi l'altro, e comincia a correre. Corre in attesa di un via libera da Pechino che speriamo possa già arrivare a Roma.

mercoledì 2 luglio 2008

Dall'Inter rivogliamo lo scudetto che ci ha rubato non certo i giocatori. Noi tifosi della Signora abbiamo le idee molto chiare: Dejan Stankovic-Juventus è un matrimonio che non sa da fare. Assolutamente. Il giocatore serbo, infatti, si è macchiato di due colpe 'molto gravi' che gli impediscono di vestire e onorare la casacca bianconera.

Punto primo: Stankovic non è semplicemente uno delle "migliaia" di giocatori dell'Inter, è il giocatore anti-juventino per antonomasia che, tra l'altro, è sempre stato in prima linea nello sbandierare ai quattro venti la sua ostilità ai nostri colori.
Punto secondo: Stankovic, ai tempi della Lazio, firmò slealmente sia con la Juve che con l'Inter evitando la squalifica grazie al mancato ricorso della Juve che, di fatto, lo consegnò tra le braccia di Massimo Moratti. Forse il serbo crede che tutte le squadre siano come l'Inter ma noi non siamo un albergo dove può entrare ed uscire a suo piacimento, quindi: F-U-O-R-I-I-I!!!

Nonostante le rassicurazioni di Cobolli Gigli, la coppia Secco-Blanc però sembra aver già trovato l'accordo col giocatore e se l'Inter nei prossimi giorni abbasserà le sue richieste (da 15 a 8-10 milioni di euro) l'affare dovrebbe chiudersi nonostante le resistenze dei tifosi. Il vice-Nedved, quindi, potrebbe essere proprio lui.

In campo, ovvio. Perché in curva l'amore continua ad essere ceco...