lunedì 7 luglio 2008

Questa volta, amici miei, non sono qui per parlare di Juventus: rubo un po’ di spazio a questo blog a favore di un uomo che devo dire se lo merita tutto forse anche di più. Si chiama Oscar Pistorius, è nato il 22 novembre 1986 a Pretoria, in Sudafrica. Quando lo vedi correre sembra perfetto: fisico atletico, busto in avanti, muscoli della faccia che sfidano la velocità, sincronia nel movimento delle braccia. Purtroppo perfetto non è, tutta colpa di quelle gambe che non ha mai avuto. A un anno infatti gliele hanno amputate entrambe dalle ginocchia in giù: era nato senza la tibia, colpa di una malformazione. Il piccolo Oscar non si perde d'animo: va a scuola, frequenta l'high school di Pretoria, gareggia nel rugby e nel water polo. Sport, dunque, sempre e comunque. Ancora una volta però il destino che era stato tracciato per lui torna nuovamente a cercarlo: un incidente al ginocchio lo costringe a cambiare disciplina.


Ma Oscar non ci sta a darsi per vinto: l'atletica arriva all'inizio come forma di riabilitazione. Poi con i risultati. Alle Paraolimpiadi del 2004 a Atene Pistorius arriva terzo nei 100 e vince l'oro nei duecento. Da allora accumula tempi da record in ogni competizione. Corre i 400 metri in 46"56 (44 secondi è il tempo dell'oro alle Olimpiadi di Atene ) e i 100 in 10.91 (9"85 è il tempo del vincitore dei Giochi olimpici 2004). Nel 2005 partecipa al Gran gala di atletica a Helsinki, è la prima volta che un paratleta compete con i normoatleti. Il 5 aprile 2007 arriva il record nei 200 metri: 21"58. Michael Johnson nel 1996 aveva fermato le lancette su 19"32 e da allora nessuno è andato più veloce.
Con questi tempi si capisce perchè Oscar Pistorius voglia banalmente, semplicemente, normalmente partecipare ai Giochi olimpici di Pechino 2008. E qui comincia la querelle, la questione è semplice: l'atleta non sarà ammesso alle Olimpiadi del 2008 perché, dice la Iaaf, "le sue gambe non tradizionali lo avvantaggiano rispetto agli altri atleti". E poichè il gesto atletico per essere puro non può e non deve essere condizionato da elementi tecnologici, quelle due lame di carbonio - tra l'altro più lunghe rispetto alla corporatura di Pistorius - sono un trucco, un vantaggio. Gambe tecnologicamente modificate. Ecco, un doping di carbonio.
Alla fine però la Iaaf si è dovuta arrendere al parere positivo dato dal Tribunale Sportivo Internazionale di Losanna: “Oscar può andare alle olimpiadi!”. Adesso gli manca solo il tempo, il pass olimpico sui 400 metri che potrà provare a conquistare nella gare di Roma o Lucerna, dopo aver fallito l’opportunità all’arena di Milano il 2 Luglio scorso.

Intanto Oscar corre. Arriva agli allenamenti in macchina, scende camminando su gambe finte ma "normali" , tira fuori dal portabagagli le sue lame di carbonio, si cambia gli arti, prima l'uno e poi l'altro, e comincia a correre. Corre in attesa di un via libera da Pechino che speriamo possa già arrivare a Roma.

2 commenti:

zebrabianconera10 ha detto...

Bel post davvero...
Ciao :-)

Juro ha detto...

Ohi grazie Zebra!! Mi sembrava doveroso un omaggio a quest'uomo che con il suo esempio sta dimostrando finalmente come lo sport possa aiutare a recuperare la gioia di vivere anche senza inciuci e miliardi.