venerdì 13 giugno 2008

Lontani dai soliti stereotipi!


Questo è lo spot andato in onda sulle emittenti televisive tedesche nel quale un assai improbabile italiano che “casualmente” risponde al nome di Toni si avvicina a un commesso: “Chiede il mio amico quanto costa l’ultimo modello? “700 euro”, risponde in modo professionale l’addetto alle vendite Media Markt. E Toni, all’amico che attende al telefonino, replica pronto: “1.000 euro”. Per i pubblicitari tedeschi l’italiano truffa persino il miglior amico.

Questa è l’immagine dell’Italia che ogni volta la Germania esporta gratuitamente in tutto il mondo. Supercafoni. Magnacci. Petto villoso in bella vista. Assolutamente fuori moda. E soprattutto truffatori. Adesso però è l’ora di farla finita una buona volta!!!

Poverini fanno pena questi teutonici!! Dal momento che contro di noi non possono vantare grandi successi vedono bene di offenderci nei modi più squallidi. Ovviamente noi italiani siamo di gran lunga superiori e non replichiamo perché offendere la Germania sarebbe come sparare su un’ambulanza; basterebbe ricordarle i tanti episodi xenofobi di cui si è resa protagonista, tra i quali l’ultimo proprio l’8 giugno a Klagenfurt dove sono stati arrestati oltre 140 tedeschi che marciavano nel centro storico gridando parole ispirate al passato nazista tipo ''Tutti i polacchi devono portare una stella gialla''!! Ah krukki krukki, fareste bene a guardare prima a casa vostra che è molto meglio.

Comunque non abbassiamoci al loro livello di stupide provocazioni, facciamogli vedere cosa vuol dire essere italiani attraverso tre partite che sono entrate nella storia del calcio mondiale. Iniziamo.

ITALIA-GERMANIA 4-3

Il 17 giugno del 1970 la storica semifinale dell'Azteca di Città del Messico, vinta dagli azzurri per 4-3 grazie alla decisiva rete di Gianni Rivera al 111'. Tempi regolamentari finiti sull'1-1, con la rete di Bonisegna pareggiata al 93' da Schnellinger che beffa Albertosi. Cominciano qui, con i supplementari, le incredibili emozioni di una partita che qualcuno ha definito la più bella della storia. La Germania va in vantaggio dopo 6 minuti con Gerd Muller, che sfutta un errore della difesa azzurra. Ma in tre minuti torna l' equilibrio: incredibilmente è Burgnich a segnare sfruttando una punizione di Rivera. Poi è l'Italia a tornare in vantaggio: da Rivera a Domenghini, cross per Riva che batte Maier. Il primo tempo supplementare si chiude sul 3-2 per l'Italia., nel secondo, dopo 5', c'è il 3-3 dei tedeschi. Segna ancora dopo soli 5 minuti la Germania riacciuffa il pareggio. Segna ancora Gerd Muller e il suo tiro, non irresistibile, batte Albertosi e passa vicinissimo a Rivera , fermo sulla sulla linea, vicino al palo. Rivera non interviene, forse poteva fermare quel tiro, evitare il gol. Sembra una colpa e sembra che il destino gli offra l'occasione del riscatto quando, subito dopo ripreso il gioco, Boninsegna si lancia sulla sinistra, mette una palla al centro proprio per Rivera davanti alla porta con il solo Maier a tentare di difenderla. E' lo storico, incredibile, precisissimo colpo di piatto che è più di un gol: è, definitivamente, «Italia-Germania 4-3». Si capisce che sia rimasta nella memoria quasi come una frase a sè, tanto da diventare un titolo di un film.


IL MUNDIAL SPAGNOLO

L'ultimo precedente ai Mondiali risale all'11 luglio del 1982, quando gli azzurri di Enzo Bearzot superarono la Germania Occidentale nella finale dell'edizione spagnola conquistato il terzo titolo iridato dopo quelli del 1934 e del 1938. Il rigore fallito da Cabrini nel primo tempo, il gol di Pablito Rossi, capocannoniere del Mundial, che fa esplodere d'entusiasmo il presidente Pertini in tribuna, il 2-0 di Tardelli che con il suo urlo diventa l'icona del Mondiale azzurro, il 3-0 firmato Altobelli. E' il terzo Mondiale conquistato dagli azzurri, quello di una squadra di grandi talenti che era partita fra le critiche e ha conquistato il mondo battendo, prima della Germania, Argentina, Brasile e un a Polonia di grandi campioni.

IL MONDIALEN TEDESCO

L'arbitro messicano Archundia fischia il via in uno stadio colorato di giallorossonero. Pochi, troppo pochi i tifosi italiani (5mila circa). I veleni della vigilia si sentono. I fischi dei tifosi tedeschi alla fine del nostro inno pure. L'Italia, però, non si lascia intimidire e parte bene. Al 16' Totti pesca libero Perrotta, il centrocampista si allunga la palla e Lehmann può respingere e bloccare in due tempi. Al 30' è ancora brivido azzurro: Grosso scende sulla sinistra e mette al centro per Toni che gira a rete. Provvidenziale il salvataggio di Metzelder. La Germania si spaventa.
L'Italia gioca bene, manovra meglio mentre i tedeschi creano azioni pericolose quando giocano in velocità. A centrocampo bene Pirlo, mentre Totti, partito bene, mostra qualche lentezza di troppo. In difesa, come al solito, su tutti uno straordinario Cannavaro.
I 90 minuti finiscono in parità. Si va ai supplementari con Iaquinta al posto di Camoranesi. Lippi rischia, rinforza l'attacco e i risultati si vedono subito.
Si parte e in un minuto l'Italia prende un palo con Gilardino e una traversa con Zambrotta. La Germania sbanda paurosamente. Lippi fa uscire Perrotta e mette dentro Del Piero. La stanchezza si fa sentire.
Il secondo supplementare si apre con un doppio brivido per gli azzurri. Prima una mischia in area tedesca che Del Piero non riesce a concretizzare, poi, sul ribaltamento di fronte, l'ennesima grande parata di Buffon su tiro di Podolski. La partita resta in equilibrio perfetto. Poi, al 13', la magia di Grosso che gira di interno dalla destra, supera il portiere e spalanca le porte della finale agli azzurri. E un minuto dopo il raddoppio di Del Piero con un destro a rientrare dopo un gran lavoro di Gilardino. Lehmann non ci può arrivare e l'Italia vola verso la sesta finale della sua storia. Evitati, con merito, i rigori.

Italia-Germania 2-0. Aufidersen!

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