sabato 31 gennaio 2009


Juventus-Cagliari è una sfida che ha odore di passato. Stasera non si affronteranno solo 22 giocatori, ma due storie, due epoche, due filosofie completamente opposte. Ci sono partite che non si cancellano dalla maglia nemmeno dopo 30 anni e anche se cambiano gli interpreti le ombre dei vari Riva, Furino, Albertosi e Haller con la loro grinta e i loro pianti saranno sempre lì ricordarti che oggi non contano i punti, conta il CUORE!

AVANTI TUTTA!!

venerdì 30 gennaio 2009

Eh insomma, ci risiamo. Stessi problemi dell'anno scorso. Una Juve che avrebbe tutte le potenzialità per giocarsela fino in fondo, una Juve che sembra poter arrivare in alto ma che non ha la cattiveria di mostrare i denti nei momenti chiave del campionato. E' vero gli infortuni cominciano a pesare a questo punto della stagione, sopratutto per quei due lassù davanti che non hanno quasi mai saltato una partita da settembre, però non so perchè ho come l'impressione che ci manchi quel qualcosa in più che ti permette di essere vincente anche se non sei brillante, quella grinta che ti viene fuori anche se le gambe non le senti più. Ho ancora negli occhi la cattiveria con la quale Cannavaro tre anni fa si è avventato sul quel pallone al 93° contro il Cagliari regalandoci in pratica lo scudetto, oppure la tenacia di Del Piero nel conquistare un pallone a centrocampo e di servire un assist al bacio per Trezegol nella partita-scudetto contro il Milan a San Siro. Ma soprattutto come posso dimenticare il cuore messo in campo nel 2003 contro il Real quando il Real era veramente Galacticos con un generosissimo Tacchinardi diga insormontabile?!
Come dice Caressa, c'è un limite nella vita di uno sportivo, un muro che divide la normalità dall'eccellenza. Può essere un momento o una partita come questa. Se hai la forza di superarlo puoi alzare gli occhi, guardare la luce e pensare di non avere più confini! E noi quel muro bisogna ancora superarlo...